Anche dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi arriva il plauso al voto unanime della Camera per la proposta di legge sul diritto all'oblio oncologico.
La proposta, che ora passa all'approvazione del Senato, rimuove il dovere degli ex pazienti oncologici ad informare, in occasione dell'avvio di diverse pratiche, sul loro pregresso stato di salute.
Il passo in avanti nel campo dei diritti compiuto dal nostro Paese è evidente. Ad oggi le persone guarite da tumore sono infatti costrette a comunicare, all'avvio di diverse pratiche finanziarie e bancarie, la passata malattia. Il passaggio, tuttavia, determina spesso il rifiuto delle pratiche - si pensi, ad esempio, all'apertura di un mutuo o alla stipula di una polizza assicurativa. L'approvazione di questa legge consentirà, invece, il diritto all'oblio di queste informazioni che non potranno più essere utilizzate come condizione per la concessione o meno di determinati servizi.
Dopo anni di discussi e proposte, pertanto, la legge sull'oblio oncologico è ad un passo dalla realtà. Il merito non è solo del Parlamento che ha trovato in questa causa motivo di coesione, ma soprattutto delle tante associazioni di malati e di medici - tra cui AIOM - che, da tempo, sensibilizzano la politica italiana all'argomento.
Anche Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, si unisce al coro di chi ritiene che oggi, nel nostro Paese, si sia vinta una vera e propria battaglia di civiltà. La discriminazione subita dagli ex malati oncologici - anche a decenni dalla guarigione - costituiva infatti un qualcosa di intollerabile per una nazione democratica che intende garantire a tutti i suoi cittadini pari diritti.
Secondo Bandecchi il voto di oggi è un «passo fondamentale per il bene di tutte quelle persone che hanno avuto un tumore e ora hanno il diritto di esercitare i propri diritti in condizioni di uguaglianza rispetto al resto della popolazione circa ogni aspetto, che sia bancario, finanziario e personale».
Il messaggio dii civiltà lanciato dal nostro Paese, nelle parole del sindaco di Terni, cancellerà una stortura che per anni non ha permesso alle persone con una storia di tumore di godere pienamente dei propri diritti, al pari di tutti. La malattia, infatti, non può essere né una colpa né, tantomeno, uno stigma da portare a vita.