Il 14 agosto di 5 anni fa avveniva un fatto destinato a lasciare una cicatrice indelebile nel cuore di Genova: il crollo del ponte Morandi, per cui ora i parenti dei morti chiedono una legge apposita per tutelare le vittime dell'incuria. La storica struttura si accartocciò su se stessa e, rovinando al suolo, si portò via la vita di 43 persone. Oggi, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il sindaco di Genova, Marco Bucci, il governatore della Liguria, Giovanni Toti e la presidente del comitato parenti delle vittime Egle Possetti si sono ritrovati presso la Radura della memoria di via Fillak per ricordare il tragico crollo.
Questa l'accusa amara che Egle Possetti rivolge alle istituzioni, mentre commemora il ricordo di quelle 43 vite spezzate. La presidente del comitato parenti delle vittime lancia, a conclusione del suo intervento, una finale stoccata alle autorità, a cui si chiede di proseguire nel garantire giustizia e risarcimento a chi ha subito una perdita a causa dell'incuria delle strutture statali:
Al ricordo del disastro del ponte Morandi hanno partecipato anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e la Premier Giorgia Meloni, che ha rivolto ai parenti delle vittime parole di cordoglio e di scuse:
Dopo le parole di Meloni, è stato il turno di Carlo Nordio, che ha ricordato l'impegno che la Giustizia deve porre nel cercare e trovare la verità dietro a quel drammatico 14 agosto 2018:
Il processo contro i responsabili del tremendo incidente, evitabile con la giusta manutenzione alla struttura, è cominciato nel 2020 con 59 imputati, tra dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l’Italia, ministero delle Infrastrutture e Spea, Società progettazioni edili autostradali. La prima sentenza è attesa non prima del lontano 2024 e già circolano voci sulla possibilità che questo termine sia ulteriormente rimandato. Per il Procuratore capo di Genova, Francesco Pinto, sarà difficile che questo processo rispetti i parametri costituzionali della ragionevole durata.
Oltre alla lentezza con cui sta proseguendo il processo, a far discutere i parenti delle vittime c'è anche il patteggiamento di Autostrade per l’Italia e Spea, che con il pagamento di 30 milioni di euro hanno evitato sanzioni interdittive, che avrebbero impedito di svolgere le loro attività, nonché la scandalosa testimonianza di Gianni Mion, uno dei dirigenti della società che gestiva il ponte, secondo cui i dubbi sulla stabilità della struttura sussistevano già da diversi anni, deliberatamente ignorati dalla compagnia.