Il 17 agosto di 13 anni fa moriva uno dei volti più influenti della Prima Repubblica, Francesco Cossiga: oggi, Marco Minniti dedica alcune parole in memoria del grande statista ex capo di Stato. «Era uno statista "irregolare"» lo definisce l'ex presidente degli Interni, soffermandosi a rievocare la sua spiccata capacità di «conciliare quello che appariva inconciliabile»:
Queste le frasi che Minniti dedica ai microfoni di Adnkronos a Cossiga, nel giorno dell'anniversario della sua morte.
"Amicus Plato sed magis amica veritas" - Platone è amico, ma più amica la verità: questo, secondo Minniti, era il «credo di vita» di Francesco Cossiga. Una frase che racchiude le motivazioni profonde dell'agire politico dell'ex Presidente della Repubblica, un insegnamento attraverso cui legare insieme la passione per le istituzioni e il rispetto per la condizione del popolo.
Minniti ricorda poi gli anni della sua gioventù, quando ebbe modo di conoscere e apprezzare Cossiga di persona: «Ero molto giovane quando ho potuto godere della sua amicizia, un sentimento incondizionato, 'assoluto', 'unbedingt', per dirla in tedesco». Un'amicizia da cui l'ex Ministro dell'Interno ha potuto trarre insegnamenti utili anche alla politica attuale. Di Cossiga, per Minniti, non è tanto l'agenda che va ripresa, quanto il suo approccio alle istituzioni.
Francesco Cossiga solcò la scena politica italiana in un periodo di profondo cambiamento per il nostro Paese, in quegli anni 80 e 90 stretti tra la fine dei blocchi a livello globale e l'incombente scoppio di Mani Pulite. In questo momento delicato per le istituzioni, Cossiga comprese la necessità di affidare loro nuova linfa, rimettendole in contatto con il popolo di cui erano rappresentanti.
Spiega Minniti, riprendendo il pensiero e l'agire di Francesco Cossiga.