Nel vivo dibattito sull'immigrazione, la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd, Elly Schlein, hanno dato vita a un acceso scambio di opinioni riguardo alle politiche governative sul soccorso in mare e alle sanzioni inflitte alle ONG. La tensione è stata palpabile, con Schlein che ha accusato il governo Meloni di promuovere un "reato di solidarietà" attraverso i provvedimenti contro le organizzazioni umanitarie, mentre Meloni ha ribattuto con fermezza che la solidarietà si manifesta nel contrastare l'immigrazione illegale e la tratta di esseri umani.
La segretaria del Pd ha attaccato duramente la legge, affermando:
Schlein ha citato i casi di Open Arms e Sea-Eye, navi che hanno subito sanzioni per aver soccorso più persone di quelle consentite, e ha domandato provocatoriamente: "Quelle persone in pericolo andavano forse abbandonate in mare?". Tuttavia, Meloni ha dato una risposta altrettanto convinta e accesa alla segretaria del PD:
Meloni ha poi aggiunto con decisione:
La premier ha difeso le leggi e i principi esistenti in ogni Stato, sottolineando che agevolare l'immigrazione illegale e la tratta di esseri umani non è accettabile. Ha evidenziato che la vera solidarietà risiede nel prevenire gli sbarchi e le tragiche perdite in mare, ribadendo che "contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani" è in netto contrasto con l'umanità e la solidarietà.
Inoltre, Meloni ha messo in luce l'incoerenza delle ONG, che spesso trasgrediscono le regole e poi si lamentano delle sanzioni. Questo punto ha sollevato dubbi sulla coerenza dell'approccio delle organizzazioni umanitarie, evidenziando la necessità di un equilibrio tra solidarietà e rispetto delle leggi.