Il Governo ha approvato ieri, giovedì 16 novembre 2023, un pacchetto sicurezza contenente numerosi interventi per il contrasto alla microcriminalità diffusa nel Paese.
Ma non solo. Nell'incontro tenutosi ieri a Palazzo Chigi, la premier Meloni e lo stato maggiore del Governo hanno voluto ricevere tutte le principali organizzazioni sindacali delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del Fuoco.
A queste rappresentanze, infatti, il Governo ha voluto non solo presentare il pacchetto di norme pensato per il rilancio della categoria, ma anche lo stanziamento in manovra di 1.5 miliardi di euro appositamente dedicati al rinnovo dei contratti del comparto sicurezza.
Il pacchetto sicurezza presentato ieri, 16 novembre 2023, dalla premier Meloni ha ottenuto il favore delle single sindacali delle Forze di Polizia e delle Forze di Polizia penitenziaria, le quali hanno espresso una forte soddisfazione per l'attenzione rivolta al comparto dopo anni di mancate risposte, come sottolineato dal delegato di Cocer Ciavarelli.
La soddisfazione per l'incontro, non a caso, è stata sottolineata anche dal presidente dell'Unione sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) Giuseppe Moretti, il quale ha voluto evidenziare il valore del «confronto sostanziale e non meramente formale» con la premier Meloni e il «significativo sforzo del Governo» per trovare le risorse che consentiranno di riaprire la stagione dei rinnovi contrattuali.
Un'accoglienza decisamente più fredda, invece, è arrivata dall'USB Vigili del Fuoco. L'Unione Sindacale di Base, non convocata ieri al tavolo con la presidente Meloni, ha infatti deciso di scioperare e di scendere oggi in piazza a Roma per reclamare le esigenze di un comparto spesso osannato nel discorso pubblico ma altrettanto spesso tristemente dimenticato.
Per conoscere le ragioni dello sciopero di USB e le rivendicazioni della sigla sindacale la redazione di TAG24 ha raggiunto Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale USB Vigili del Fuoco Sicilia.
Barbagallo, per quale motivo oggi l'USB ha scelto di scioperare in piazza Vidoni, davanti alla sede del Dipartimento della funzione pubblica?
«Noi siamo qui oggi perché chiediamo innanzitutto il rinnovo del nostro contratto, il riconoscimento delle malattie professionali, il pagamento degli arretrati contrattuali.
Quello che vogliamo è il rispetto. I Vigili del fuoco lavorano con le mani nel fango, ottengono tanti ringraziamenti ad ogni emergenza ma poi sono puntualmente dimenticati.
Voglio ricordare che alla nostra categoria non è riconosciuta la malattia professionale né la natura usurante del lavoro. Nella nostra attività, poi, siamo sempre lasciati soli, senza i mezzi idonei ad affrontare le emergenze che scoppiano sul territorio.
Proprio a questo proposito, peraltro, chiediamo che si intervenga seriamente per mettere in sicurezza il Paese, altrimenti i disastri saranno sempre più frequenti.
Un'altra richiesta fondamentale è quella della tutela sanitaria completa. Noi vigili infatti siamo costretti a pagarci da soli le spese per gli infortuni che subiamo nel lavoro.
Siamo poi perennemente sotto organico. Per questo vogliamo che siano esaurite le graduatorie per stabilizzare i precari e che ci sia la messa a bando di concorsi pubblici per dare respiro al corpo nazionale che soffre di carenze abnormi su tutto il territorio.
Siamo costretti a chiudere quotidianamente i servizi perché manca non solo il personale, ma anche i necessari passaggi di qualifica: senza autisti e qualificati le squadre di soccorso non possono infatti uscire.
Le amministrazioni devono caprie che i Vigili del Fuoco sono un bene sociale da tutelare e rispettare».
Per quale motivo USB Vigili del Fuoco non è stata convocata, ieri al tavolo con la presidente del Consiglio Meloni?
«Attualmente siamo stati tagliati fuori dalla rappresentatività a causa dell'errato conteggio delle deleghe con il contratto passato. Per questo abbiamo presentato un ricorso che abbiamo anche vinto, nonostante non sia stato ancora applicato. Tuttavia voglio ricordare che noi, USB Vigili del Fuoco, siamo rappresentativi del pubblico impiego al 100%».
Ieri il Cdm ha annunciato uno stanziamento di 100 milioni dedicati proprio alla contrattazione collettiva nazionale per i Vigili del Fuoco. Ne siete soddisfatti?
«100 milioni per tutto il personale sul territorio sono briciole: si arriva infatti a circa 40 € lordi per ogni vigile mentre il costo della vita è attualmente quadruplicato.
Quello che chiediamo è un contratto serio e il pagamento dei nostri arretrati. Vogliamo che quella parte dei 165 milioni stanziati dal governo 5 Stelle misteriosamente sparita sia erogata. In ben tre anni, a noi lavoratori non sono stati distribuiti neanche i soldi del Fondo unico di amministrazione.
Chiediamo poi le retribuzioni della nostra Banca ore, ovvero le ore di servizio prestate e mai pagate. Oggi ci stanno provando ad accontentare con un anticipo di 700€ sul contratto sperando di farci dimenticare tutto quello che davvero ci spetta. Ma negli anni sono spariti troppi arretrati per poter dimenticare».
Ieri la premier Meloni ha anche annunciato uno stanziamento di 38 milioni annui per la stipula della polizza assicurativa antinfortunistica per i lavoratori del comparto Sicurezza.
«Mi auguro e mi auspico che questa parte assicurativa sia ben discussa con i rappresentanti sindacali nazionali. E, soprattutto, che preveda una tutela sanitaria completa per i Vigili del fuoco».