Con il suo libro 'Mai sottomessi - Cronache di un'Europa islamizzata' Silvia Sardone, europarlamentare e consigliera della Lega a Milano, si pone un obiettivo ben preciso: quello di «scuotere le coscienze» circa i pericoli della crescente islamizzazione dell'Europa.
Una battaglia, quella contro il fondamentalismo islamico, che Silvia Sardone conduce da anni, convinta che le istituzioni europee si stiano progressivamente piegando alle logiche di un politicamente corretto che cancella «la nostra cultura e i nostri simboli» in nome di un'integrazione non solo ipocrita, ma anche pericolosa.
Il racconto del libro da parte della Sardone in questa intervista esclusiva rilasciata a TAG24 è occasione, per giunta, per commentare le prospettive politiche per le prossime europee 2024, con una Lega determinata ad aumentare il suo consenso per «portare un cambiamento reale» rispetto alla «pessima amministrazione» degli ultimi anni a Bruxelles.
On. Sardone, la sinossi del suo libro si apre con le minacce di morte che lei ha ricevuto - e continua a ricevere - per le sue posizioni contro il radicalismo islamico. Da qualche mese è lei anche sotto scorta. Come è stato accolto il suo libro da quelle comunità che lei denuncia come radicali?
«Per le comunità islamiche il mio è un libro scomodo, soprattutto perché scritto da una donna. Sappiamo benissimo la considerazione che loro hanno verso la figura femminile, tra obbligo di velo e matrimoni combinati: il fatto che una donna denunci i pericoli dell’islamizzazione crescente in Europa e anche in Italia dà fastidio.
Nonostante le minacce di morte, tuttavia, ritengo che questa sia una battaglia di libertà che valga assolutamente la pena combattere».
Tracciando una storia del suo attivismo politico, ricorda un momento o un episodio in particolare dove si è resa conto che la radicalizzazione islamica avrebbe potuto costituire un problema serio per l'Europa? Il momento, insomma, che l'ha portata a dire «basta».
«Sicuramente i ghetti islamici che si sono formati in Europa: da Molenbeek, che ho visitato, alle banlieue francesi, fino a via Padova e a San Siro a Milano: altro che integrazione, qui è andata in scena l’assimilazione.
A tutto ciò bisogna porre un freno perché chi emigra in Europa deve rispettare e valorizzare le nostre radici giudaico-cristiane, altrimenti ogni forma di convivenza è impossibile.
Piegarsi di fronte all’Islam è dannoso: penso a tutte le scuole che in prossimità del Natale festeggiano la Festa dell’Inverno. Inginocchiarsi significa solo accettare di cancellare la nostra cultura e i nostri simboli».
Onorevole Sardone, quale messaggio fondamentale ha voluto lanciare con il libro?
«Questo libro punta a smuovere le coscienze prima che sia troppo tardi. È un atto di accusa contro le istituzioni europee che troppo spesso si piegano al politicamente corretto.
La comunicazione istituzionale dell’Unione Europea è costantemente indirizzata alla valorizzazione del velo islamico come simbolo di libertà e diversità senza considerare le altre religioni. A tutto ciò bisogna opporre una risposta chiara e decisa. Ecco, il mio libro va proprio in questa direzione».
Il tema della radicalizzazione islamica si sta rimponendo dopo lo scoppio dei conflitti in Medio Oriente. Quanto questo tema sarà centrale, a suo parere, nella campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo?
«Sarà un tema sicuramente importante e dirimente. La sinistra, in Italia soprattutto ma non solo, sta mantenendo una posizione molto ambigua sul conflitto israelo-palestinese. Gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre non sono stati condannati duramente dal Pd e dalla sinistra Europea.
L’odio antisemita dei progressisti è preoccupante: non possiamo tollerare che certi sentimenti prendano piede nelle istituzioni europee. Israele, l’unica vera democrazia del Medio Oriente, va protetto e difeso».
In questi giorni il leader della Lega Matteo Salvini si è scagliato contro un possibile nuovo "inciucio" tra i socialisti e i popolari in Europa. Questa posizione non crea frizioni con gli alleati di Governo?
«Noi siamo chiarissimi sull’orizzonte politico da perseguire con il prossimo mandato dopo le europee 2024. Non saremo mai alleati della sinistra, dei verdi, dei grillini, cioè coloro che sono stati protagonisti della pessima esperienza di questi 5 anni a Bruxelles».
Quale obiettivo si pone la Lega per le europee 2024?
«La Lega vuole aumentare il suo consenso ed essere fondamentale per un cambiamento reale in Europa dove purtroppo vediamo le istituzioni europee sono costantemente concentrate su politiche ideologiche come quelle sull’ambiente e sull’immigrazione, lontanissime dalle vere esigenze dei cittadini.
È il momento di una vera svolta all’Europarlamento per ridare dignità e importanza a un’istituzione che viene vissuta come lontana dalle necessità di famiglie, consumatori e imprese».