I dubbi continuano ad avvolgere la possibilità che Tahiti possa accogliere il surf per le Olimpiadi 2024: ecco allora chi sarebbe pronto a prendere il testimone
Questa vicenda inizia nel marzo 2020, quando la candidatura di Tahiti - e l’annesso sito di Teahupoo - per il surf nei Giochi Olimpici di Parigi 2024 viene accolta e accettata dal CIO. Nell’ultimo periodo però, la situazione polinesiana che coinvolge Tahiti non è più così sicura, certa. Dal 1° dicembre, alla luce di alcuni problemi riscontrati durante i test tecnici, la situazione riguardante Tahiti si è complicata, tanto che l’International Surfing Federation (ISA) ha chiesto di verificare la situazione e sondare anche le altre soluzioni fattibili. Altro fattore che ha cambiato le carte in tavola, è stato il cambio di presidenza in Polinesia, ora guidata da Moetai Brotherson. Quest’ultimo, sulla scia anche del malumore di parte della popolazione locale, non ha mai nascosto di essere contro la costruzione di una torre prevista per la gare olimpiche. Anzi, stando alle parole di Stéphane Le Doaré, sindaco Pont-l'Abbé nonchè responsabile di La Torche, Finistère, la situazione che coinvolge il surf alle prossime olimpiadi è talmente critica, che all'incertezza che semina confusione sulla possibilità o meno di mantenere l' evento in Polinesia il primo cittadino - qualora Tahiti dovesse non mantenere i presupposti organizzativi, è pronto a candidare Finistère:
Questo è quanto avrebbe detto Stéphane Le Doaré, riportato da L’ Equipe.
Chi osservava la sviluppi e intanto portava avanti i lavori, sono stati proprio gli altri candidati che hanno visto la loro proposta surclassata dalla scelta tahitiana. Siamo rimasti in stand-by e abbiamo continuato a lavorare in silenzio, aveva dichiarato Laurent Peyrondet, un altro primo cittadino, questa volta di Lacanau. Eppure, Amélie Oudéa-Castéra, Ministro dello Sport e dei Giochi Olimpici e Paralimpici francese, non contempla però la possibilità di effettuare cambiamenti, tanto che ha dichiarato che non c’è "nessun piano B". A darle manforte, Tony Estanguet, presidente di Parigi 2024, che continua a manifestare sicurezza e fiducia riguardo quanto sta avvenendo in Polinesia. Tutto ciò però non sembra far desistere Stéphane Le Doaré dalla possibilità di sostituire Tahiti. Lavoriamo a questo evento già da due mesi. Possiamo mettere in piedi in tempi brevi un intero staff ma è necessario che l’intera regione lo sappia. La scadenza per poter attivare tutto questo, stando alle parole del primo cittadino (sostenuto nella vicenda dal presidente del consiglio dipartimentale del Finistère, Maël de Calan, e David Lappartient, presidente della CNOSF), è prima di Natale. Non resta che attendere quindi gli sviluppi di questa questione che sta animando l’organizzazione degli imminenti Giochi Olimpici di Parigi 2024.