Massimo Cotto sui Maneskin ha le idee chiare. In occasione dell'uscita del suo nuovo libro "Il rock di padre in figli", edito da Gallucci Editore, in cui cerca di spiegare alle nuove generazioni il ruolo sociale di un certo tipo di musica, commenta il successo internazionale della band romana e le critiche che spesso arrivano dal paese natio. Lo fa ospite del morning show condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti tutti i giorni dalle 6 alle 9. Un intervento che è stato anche mandato in tv sul canale 122 del digitale terrestre.
Noi italiani siamo proprio stronzi a far le pulci ad una band che ha fatto un percorso come quello loro. Hanno duettato con Iggy Pop, hanno fatto l'apertura per i Rolling Stones, hanno calcato il palco dello storico festival Coachella e infranto ogni record possibile. Possono piacere o meno ma è indubbio che si tratta di un miracolo irripetibile. Fanno il tutto esaurito in tutto il mondo e sono attivissimi a livello discografico.
Alcuni sostengono che nelle loro canzoni ci sia a volte troppa forma e meno contenuto? Ma non dimentichiamoci che sono ragazzi. Invece bisogna sottolineare che sono riusciti a riportare le chitarre in radio, là dove per tanto tempo non si sentivano più. Uno può dire "mi piacciono o non mi piacciono" ma questo accanimento tipicamente italico di provare a far cadere qualcuno che è andato in alto, un po' come in "Giochi senza frontiere", lo trovo risibile e deprecabile.
Volevo parlare a due pubblici. Ai giovani che ancora non hanno scoperto questo fantastico genere musicale e agli adulti che ne hanno, invece, fatto uno stile di vita. Ho voluto spiegare a mio figlio Francesco, e a chiunque voglia leggermi, cosa il rock sia stato per me, come mi abbia nutrito, fatto star bene, amato. Perché il rock contraccambia. Il rock ti sorregge quando hai bisogno, è complice, compagno di viaggio. E sono convinto che chiunque leggerà queste pagine è destinato a innamorarsene perdutamente.
Io e Jo, che ho ascoltato poco tempo fa nella giungla, siamo molto amici e anche io lo prendo in giro sulle sue improbabili magliette. Ce le ha tutte uguali, a righe. Ogni tanto ci chiede prima dello spettacolo quale sia quella più giusta e ce ne propone due praticamente identiche. A righe blu col fondo nero o a righe bere col fondo blu? Ci fa molto ridere, ci vogliamo bene.
Ecco qua il podcast dell’intera intervista di Massimo Cotto:
https://www.radiocusanocampus.it/it/massimo-cotto-il-rock-di-padre-in-figli
Ecco la copertina del libro "Il Rock di padre in figli" di Massimo Cotto: