Che sia stato lui o qualcun altro a sparare la notte di San Silvestro, il deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo non potrà più usare quella pistola al centro della vicenda grottesca, prima, e politica, poi, accaduta in un piccolissimo ma assai movimentato comune piemontese che risponde al nome di Rosazza. Per l'onorevole sta infatti arrivando la revoca del porto d'armi da parte della Procura di Biella e, purtroppo per lui, non sarà accompagnata dal silenzio. La stessa Procura ha infatti aperto un fascicolo nei suoi confronti: lesioni aggravate, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi l'accusa.
Come già raccontato, alla fine Pozzolo si è sottoposto al test dello stub (o della "polvere da sparo") che oggi viene tanto chiacchierato e che ha già portato a diverse ribattute. Vi si sarebbe sottoposto poco prima delle 7.30 del primo mattino dell'anno, proprio nella sede della Pro loco di Rosazza, dove è andata in scena la festa di Capodanno in cui la pistola Derringer di un deputato ha sparato, ferendo di striscio il 31enne genero dell'agente della scorta di un sottosegretario.
Si sta parlando però poco del perché dall'1.30, ora approssimativa dell'incidente, siano passate sei ore prima del famoso test su Pozzolo e i suoi vestiti. I campioni dell'esame sono stati poi trasmessi al Ris di Parma, il Csi de noantri. Il deputato si stava infatti rifiutando, opponendo ai carabinieri l'immunità parlamentare. Ciò mentre per tutta la giornata di ieri si leggevano soltanto le parole di Pozzolo: "Non sono stato io a sparare".
Chi è stato allora? Lo stabilirà la Procura. E perché un deputato si presenta a una festa con una pistola? Stabilirà anche questo. "Tanto è stata una ferita lieve", sintetizza qualcuno e in tanti se la fanno bastare. Pronta intanto l'autodifesa di Francesca Delmastro Delle Vedove, sindaca di Rosazza:
Ben più colorita la difesa, sempre auto, del fratello Andrea, il cui oramai famoso e virale esordio nell'intervista concessa a "Repubblica" non è proprio da sottosegretario alla Giustizia:
Un giorno, forse, rideremo di tutto questo. Non si sa ancora con quale coraggio, non si sa ancora perché, non si sa ancora quando, ma forse ne rideremo.