Un progetto nuovo che riparta dai territori e dal valore della militanza: è questa la ragione dell'adesione di Francesco Zicchieri a Sud Chiama Nord di Cateno De Luca.
Zicchieri, ex parlamentare della Lega ed ex coordinatore del Carroccio nel Lazio, aveva infatti deciso di abbandonare l'attività politica nel maggio 2022 dopo la delusione maturata nei confronti di Matteo Salvini, giudicato non leale e inaffidabile, specialmente nei rapporti personali.
Oggi, tuttavia, la fiamma politica è rinata proprio grazie a Cateno De Luca, portatore, a dire di Zicchieri, della «vera politica, quella sui territori» che molti partiti hanno dimenticato.
L'adesione di Francesco Zicchieri a Sud Chiama Nord - formazione per cui è oggi anche coordinatore regionale nel Lazio - è l'occasione per ripercorrere la storia politica dell'ex parlamentare, avviatosi alla cosa pubblica con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini ed eletto deputato della Repubblica della XVIII legislatura tra le tra le file della Lega, in un percorso fortemente rivendicato, come spiega lui stesso in questa intervista esclusiva per TAG24.
Zicchieri, un mese fa lei ha annunciato l'adesione a Sud Chiama Nord di Cateno De Luca. Perché questa scelta?
«Ho preso questa decisione perché ho trovato in Cateno e nel progetto Sud Chiama Nord quella voglia di fare politica sui territori, dando voce ai militanti, che avevo che purtroppo avevo visto svanire nella Lega.
In questo progetto ho ritrovato una motivazione dettata non dalla candidatura ma dal valore della militanza e della passione per la politica. Sono questi gli elementi che per me fanno la differenza da sempre».
Dopo l'uscita dalla Lega lei aveva annunciato l'addio alla politica.
«Esatto: nella Lega era venuto meno quell'interesse verso i territori e i militanti che per me è al centro della passione politica. Con Cateno De Luca ho invece riscontrato una volontà di fare politica vera, quella per cui io iniziai da bambino a fare militanza sul territorio».
Dopo l'addio alla Lega, da deputato lei è migrato per qualche tempo nel gruppo parlamentare di Italia viva. Perché non ha scelto la formazione di Renzi?
«Sono uscito subito dal gruppo parlamentare di Italia viva. In quel momento, come dicevo, avevo deciso di abbandonare completamente la politica».
Lasciando la Lega lei espresse un giudizio molto severo su Salvini, definendolo "non leale e inaffidabile". A più di un anno e mezzo da quelle parole conferma questa valutazione?
«Assolutamente sì. Prima che sul piano politico io sono stato deluso dalla persona e dalla mancanza di lealtà».
Come giudica il posizionamento della Lega nell'attuale Governo?
«Non giudico gli altri partiti, tuttavia penso che Salvini, oltre gli spot, non faccia nulla di concreto. Ribadisco pertanto a quello che ho detto un anno e mezzo fa: Salvini fa tanta propaganda, ma il Paese ha bisogno di fatti che, in questo momento, la Lega non sta portando all'interno di questo Governo».
Come valuta il lavoro condotto complessivamente fino ad oggi dal Governo?
«Questo è un Governo che ha fatto tante promesse in campagna elettorale che oggi non ha ancora mantenuto. Sicuramente c'è ancora del tempo davanti, dunque vedremo. Al momento tuttavia, il parere non può essere positivo, anche perché i fatti sono sotto gli occhi di tutti: gli sbarchi sono triplicati, le accise sono ancora lì, i tassi di interesse sui mutui sono raddoppiati. Da cittadino mi auguro riescano a fare quanto hanno promesso, ma ad oggi sicuramente non c'è nulla».
Sud Chiama Nord è oggi una formazione molto appetibile nello spazio al centro, soprattutto in vista delle europee.
«Oggi nello spazio di centro c'è un vuoto politico che deve essere riempito anche perché l'Italia, per storia e tradizione, è sempre stato un Paese centrista e moderato.
Sud Chiama Nord è una realtà consolidata al Mezzogiorno che oggi si sta cementando anche al Centro - Nord del Paese, dando voce, idee e militanza a quel popolo centrista che da diversi anni non ha più riferimenti precisi. Io credo fermamente che a partire da questo movimento possa nascere un grande progetto di centro».
Come procede il suo lavoro nel Lazio come coordinatore regionale di Sud Chiama Nord?
«Attualmente stiamo raccogliendo le adesioni attraverso il tesseramento e devo dire che la risposta è molto buona, più di quello che ci aspettavamo. Certamente c'è molto da fare e da lavorare, soprattutto per far capire il progetto che è ancora in fase embrionale. Le prime battute, però, sono molto positive: quello che riscontro è che la gente ha tanta voglia di dire la sua e di fare politica, senza rimanerne delusi come è capitato sino ad oggi.
La partita, certamente, è ardua, ma io ripeto sempre che impegnarsi, riuscire a fare qualcosa di nuovo, è davvero la cosa più bella da fare. Il nostro obiettivo è che le persone tornino ad avere fiducia nei partiti. I dati elettorali sull'astensionismo sono sempre più allarmanti ma non sono casuali: la politica si è allontanata sempre di più dalla realtà e dai cittadini. Se Sud Chiama Nord riuscirà ad essere attrattivo il passo in avanti sarà per tutta la politica».
Zicchieri, sta valutando anche una candidatura alle europee?
«No, assolutamente no. Come dicevo, ho intrapreso questo percorso non per candidarmi ma per la passione che mi spinge a dare il mio contributo. Nella mia vita politica precedente ero sempre io il candidato: oggi voglio essere quello che fa candidare altre persone e contribuisce a creare una nuova classe dirigente».
Una critica che si può muovere alla sua storia politica potrebbe essere quella di aver attraversato tante formazioni diverse: da AN al Pdl, passando per Lega e oggi Sud Chiama Nord. Cosa pensa di queste contestazioni?
«Oggi purtroppo i partiti politici sono cambiati. A me piace impegnarmi per i territori, tant'è che non ho lasciato la Lega per andarmi a candidare alla Camera dei deputati con qualcun altro. Ho lasciato la Lega per andare al gruppo misto perché mi sono sentito tradito, rinunciando anche a ricandidarmi. Se fossi rimasto oggi sarei di nuovo parlamentare: invece non lo sono e la ragione è perché credo ancora in qualcosa.
Ho abbracciato Sud Chiama Nord di Cateno De Luca non per candidarmi ma per fare politica. Non cerco alcuna candidatura: ecco perché credo il mio messaggio sia chiaro. Mi ritengo un uomo libero e ne vado fiero».
Nella sua storia politica c'è anche Alleanza Nazionale. Ricorda la Giorgia Meloni di quegli anni? È diversa da quella che vede oggi?
«A Giorgia riconosco una grande passione e una grande storia di militanza. È una persona che ha lavorato e che lavora tutt'oggi molto e che si è fatta da sola, guadagnando in prima persona gli spazi sul campo. Giorgia non è mai stata portata lì, è sempre arrivata lì.
Per queste ragioni nell'attuale Governo mi fido di lei e di nessuno altro, soprattutto Salvini. Giorgia è una persona che lavora e che crede in quello che fa. Salvini è solo spot e propaganda quotidiana, come aimè ho potuto constatare da vicino: pochi fatti e molte molte parole».