"No, caro Pd, il 7 febbraio noi non ci saremo". Con poche e semplici parole Giuseppe Conte allontana la coesione del campo largo di centrosinistra riguardo un argomento che ciclicamente torna d'attualità: l'indipendenza della Rai dal governo di turno.
L'idea di Elly Schlein, leader del PD, era di organizzare un sit-in con le altre forze d'opposizione davanti alla sede della Rai. Proposta rigettata dal M5S, che per bocca di Conte preferisce fare altro: "Non bastano i sit-in per fare opposizione".
Una seria riforma della Rai, per garantirne competitività sul mercato e pluralismo nell'offerta informativa, è un qualcosa che i diversi governi da anni promettono e cercano di realizzare con esiti non sempre comprensibili al grande pubblico.
Il tutto sembra ridursi a gestire o a sdoppiare incarichi e poltrone nei TG regionali o per quanto concerne gli inviati all'esterno. Chi si trova all'opposizione pensa poi di essere svantaggiato nella copertura mediatica, lamentando che al governo di turno sia concesso più spazio o più potere per "silenziare" servizi giornalistici scomodi.
Questo è il sunto della proposta che Elly Schlein del PD ha lanciato alle altre forze d'opposizione, principalmente il M5S. Un sit-in davanti alla sede della Rai per protestare contro tutti quegli interventi che l'attuale governo di centrodestra ha realizzato o vorrebbe realizzare nella tv pubblica o nel mondo della cultura.
Proposta respinta da Giuseppe Conte, leader del M5S. Per l'ex presidente del Consiglio è ipocrita pensare di lamentarsi della mancanza di democrazia quando si è dalla parte sconfitta in un'elezione politica, evitando poi di lavorare attivamente nelle sedi istituzionali per risolvere il problema:
Quello che serve, secondo Conte, è tutt'altro lavoro:
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