02 Feb, 2024 - 19:28

Elezioni europee, Tajani: "Se serve pronto a candidarmi prima del congresso, mi confronterò con Meloni e Salvini"

Elezioni europee, Tajani: "Se serve pronto a candidarmi prima del congresso, mi confronterò con Meloni e Salvini"

Non resta che aspettare il congresso di Forza Italia per sapere se sarà Antonio Tajani il candidato alle prossime elezioni europee ma forse l'annuncio arriverà prima. Il vicepremier si è candidato cinque volte e se dovrà correre ancora per il Parlamento europeo si confronterà anche con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

Tajani sulle elezioni europee

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della riunione ministeriale Ue-Asean ha risposto a diverse domande sull'ipotesi di una candidatura alle elezioni europee. Il segretario di Forza Italia ha detto di essere stato candidato cinque volte al Parlamento europeo e un'eventuale campagna elettorale non lo spaventa. Il vicepremier dice che vorrebbe aspettare il congresso del suo partito per rispettare le scelte dei delegati. Non mancherà un confronto con Meloni e Salvini, anticipa Tajani alla stampa.

Il ministro degli Esteri spiega che quello che più conta è la tenuta del governo:

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"Noi dobbiamo lavorare perché anche il risultato delle elezioni europee serva a confermare il consenso che il Governo ha avuto alle elezioni e che, secondo i sondaggi di opinione sono convinto che, sia pur con liste concorrenti, avrà anche in occasione delle prossime elezioni europee"

La 'divisione' del centrodestra alle europee

Unità nel centrodestra, solo per quanto riguarda il governo però. A livello europeo da 30 anni, dice Tajani alla stampa, i partiti appartengono a famiglie politiche diverse. Non c'è nessun accordo elettorale che imponga a Forza Italia, alla Lega e Fratelli d'Italia di far parte dello stesso gruppo politico, spiega il vicepremier:

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Noi siamo convintamente, noi Forza Italia, parte del Partito popolare europeo. Al Congresso di Bucarest eleggeremo il nostro candidato presidente della Commissione europea che probabilmente sarà il futuro presidente della Commissione europea perché il Ppe vincerà le elezioni.

Il caso Salis

"Dobbiamo sempre parlare in termini di diritto" dice il vicepremier in merito al caso che vede coinvolta Ilaria Salis "perché possa venire in Italia agli arresti domiciliari, deve essere messa in Ungheria agli arresti domiciliari". Se Salis non venisse messa agli arresti domiciliari non può tornare in Italia. Tajani spiega che l'Italia lavorerà per garantire condizioni dignitose alla 39enne e fa l'esempio del ritorno in patria di Alessia Piperno e di Patrick Zaki:

"Noi abbiamo sempre seguito e continueremo a seguire la vicenda con grande impegno"

Nella giornata di ieri il vicepremier aveva allontanato le ipotesi di estradizione.

La condanna alla violenza nelle proteste degli agricoltori

Parole di condanna per le violenze in Belgio durante le manifestazioni degli agricoltori. Tajani invita però ad indagare sulla causa del malessere che c'è nel mondo agricolo ma anche nel mondo industriale. Il vicepremier punta il dito contro una politica di lotta al cambiamento climatico esclusivamente ideologica e molto lontana dal mondo del lavoro. Tajani ribadisce che serve una terza via tra l'ambientalismo ed il negazionismo:

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"C'è una via di lotta al cambiamento climatico fatta di scelte pragmatiche che servano a risolvere la questione, cioè abbattere le emissioni di CO2, a far vivere meglio i nostri cittadini, a difendere il clima e la natura, ma nello stesso tempo a tenere conto dei problemi sociali che ci sono"

Il caso Stellantis e il conflitto in Medioriente

Il vicepremier ha detto che la vicenda Stellantis sarà seguita con attenzione per evitare che si perdano posti di lavoro. Per quanto riguarda il conflitto in Medioriente, il vicepremier ha detto che è interesse dell'Italia fare di tutto per proteggere il traffico marittimo italiano. Sulla missione Ue Aspides, Tajani ha specificato che si tratterà di un'operazione difensiva: non saranno attaccati né lo Yemen né gli Houthi.

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Francesco Fatone
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