Duro colpo per i diritti delle famiglie Lgbtq, con la Corte d'Appello di Milano che ha giudicato illegittime le trascrizioni all'anagrafe dei figli di coppie di donne nati con procreazione assistita effettuata all'estero. Accolto, dunque, il ricorso della Procura di Milano, affiancata dal Ministero dell'Interno.
I figli delle coppie omosessuali tornano a essere terreno di polemica, prima giudiziaria e poi politica. Dopo gli scontri dello scorso anno tra il governo, in primis la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, e alcuni sindaci 'disobbedienti', che avevano deciso di trascrivere all'anagrafe i figli di genitori Lgbtq nonostante una circolare contraria del Ministero dell'Interno.
La sezione 'Famiglia' della Corte d'Appello di Milano ha deciso, infatti, di ritenere illegittime le trascrizioni all'anagrafe dei figli di due donne nati con procreazione assistita all'estero.
La decisione accoglie, dunque, il ricorso presentato dalla Procura di Milano, affiancata dal Ministero dell'Interno, formulato sulla base di una sentenza del 2019 della Corte costituzionale, per la quale il nostro ordinamento non prevede "allo stato" attuale, la possibilità che genitori di un figlio possano essere due persone dello stesso sesso.
La presa di posizione della Corte avvenuta oggi, corregge un precedente intervento del Tribunale di Milano, che aveva annullato la trascrizione degli atti di nascita esteri di figli di due coppie di uomini.
Il motivo? Il fatto che la maternità surrogata è vietata dall'ordinamento giuridico italiano.
Il Tribunale aveva, però, considerato validi i riconoscimenti di figli di coppie di donne, nati con procreazione assistita. Proprio quest'ultima decisione è stata, oggi, rivista dalla Corte d'Appello.
La questione è, dunque, di natura politica, trattandosi di vicende che richiederebbero un chiarimento normativo.
Lo chiede a gran voce Riccardo Magi, segretario di +Europa, denunciando come la decisione della Corte d'Appello di Milano vada a ricadere esclusivamente su bambini che non hanno alcuna colpa.
Magi insiste proprio sulla necessità di un dibattito parlamentare che non può più essere rinviato sull'argomento, sottolineando come sia depositata, alla Camera dei Deputati, una proposto di +Europa in merito.