Bonus mamme lavoratrici: quali documenti per l'esonero contributivo? L’INPS riconosce il beneficio alle lavoratrici che soddisfano i requisiti, a domanda. Non è un contributo automatico, ma condizionato dalla richiesta presentata al proprio datore di lavoro, il quale non può rilasciarlo senza richiesta.
L’INPS ricorda che il bonus mamme lavoratrici spetta a coloro che risultano impiegate con contratto di lavoro a tempo indeterminato con almeno tre figli minori, ad eccezione di quest’anno per cui il beneficio può essere richiesto anche con due figli minori. Vediamo insieme quali sono i documenti per ottenere il beneficio economico.
Prima di indicare i documenti da allegare alla richiesta, è importante riassumere i punti principali contenuti nella norma del bonus mamme lavoratrici.
In particolare, il beneficio economico consiste nell’applicazione dell’esonero totale della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico della lavoratrice.
Tale beneficio è riconosciuto per il periodo di paga che va dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026. È rilevante notare che il limite massimo riconosciuto a fronte di questo beneficio è pari a circa 250 euro mensili, ovvero 3.000 euro all’anno.
L’INPS nella circolare n. 27 del 31 gennaio 2024 ha fornito i chiarimenti per il rilascio del beneficio economico. Nello specifico, l’esonero viene concesso in base ai seguenti criteri:
Intanto, il beneficio è connesso alla riduzione del cuneo fiscale; per questo motivo, l’Istituto applica una riduzione del contributo IVS o FAP in relazione ai lavoratori privati o pubblici, trasformandolo in un maggior importo netto nella busta paga.
Le lavoratrici che soddisfano i requisiti, come riportato dall'INPS, devono presentare la richiesta ai propri datori di lavoro. In alternativa, è possibile utilizzare l’apposita sezione del portale dell’Istituto che sarà resa disponibile a breve, seguendo le indicazioni riportate nella stessa.
Nel frattempo, è importante sottolineare che la quota contributiva a carico della lavoratrice viene ridotta nel seguente modo:
A questo riguardo, va detto che possono richiedere il beneficio anche le neo mamme, secondo le regole previste dalla norma. Sono escluse dal bonus mamme lavoratrici le lavoratrici con rapporto di lavoro domestico (art. 1, comma 180 legge di Bilancio).
Come detto, il bonus mamme lavoratrici è una misura introdotta nella legge di bilancio 2024. Nello specifico, la norma prevede l’applicazione dell’esonero contributivo per le lavoratrici con due o più figli minori.
L’esonero della contribuzione previdenziale è del 9,19% della retribuzione, sino a un importo massimo riconosciuto pari a 3.000 euro annui, ovvero 250 euro al mese.
Il taglio del cuneo fiscale per le lavoratrici viene ripartito nel seguente modo:
Inoltre, le lavoratrici con almeno due figli beneficiano di uno sgravio totale dei contributi previdenziali fino a un massimo di 3.000 euro all’anno, corrispondenti al 9,19% della retribuzione imponibile.
Per rapporti di lavoro instaurati o risolti nel corso del mese, la ripartizione parte da 8,06 euro (€ 250/31) per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo.
Considerando che il bonus mamme lavoratrici è una misura in vigore dal 1° gennaio 2024, ma non ancora avviata, l’INPS dovrebbe riconoscere il beneficio dal mese di febbraio; di conseguenza, le lavoratrici avranno diritto all’importo spettante e i relativi arretrati con flusso da marzo, aprile e maggio 2024.
Come anticipato, il bonus mamme lavoratrici viene riconosciuto a domanda e il datore di lavoro lo applica nei flussi Uniemens.
Le lavoratrici interessate devono presentare un’apposita richiesta al proprio datore di lavoro, in cui dovranno essere indicati i codici fiscali dei figli, eventuale certificato medico che attesti la gestazione e altri dati.
Per completare la richiesta sono necessari i seguenti documenti: