Vita grama, quella dei dipendenti statali che fanno da guardiani alle opere artistiche del nostro paese. Tanta era la stanchezza che due persone, stipendiate dal ministero della Cultura, timbravano ma andavano a dormire la notte in un altro locale.
Il gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della procura oplontina, li ha per questo puniti con il divieto di dimora. Per 40 volte i due dipendenti si sarebbero assentati in maniera ingiustificata.
Il ministero della Cultura, dopo la querelle sul treno speciale per Pompei, si trova ad affrontare un problema di assenteismo ingiustificato sul lavoro. Due suoi dipendenti si sarebbero assentati 40 volte nei loro turni notturni per andare a dormire in un locale lontano dal loro luogo di lavoro.
Il problema? Oltre all'assenza non comunicata regolarmente, i due dipendenti erano pagati per mansioni di controllo e sorveglianza sugli scavi archeologici (con mansioni di addetti AFAV, cioè Assistenza alla fruizione, assistenza e vigilanza). Oggi 12 febbraio il gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica di Tone Annunziata, ha punito con il divieto di dimora i due dipendenti assenteisti.
I reati loro contestati riguardano truffa aggravata continuata ai danni dello Stato, interruzione di pubblico servizio e false attestazioni sulla propria presenza sul luogo di lavoro. Il tutto ha avuto origine a seguito di un'intrusione notturna all’interno del Parco Archeologico di Pompei: le indagini condotte dai militari del Posto Fisso Carabinieri Scavi hanno appurato che dal maggio 2022 all'agosto 2023 i due dipendenti che lavoravano lì si sarebbero allontanati indebitamente dal loro luogo di lavoro.
Anche se il badge era regolarmente timbrato, i due guardiani si spostavano in una saletta dotata di brandina per dormire, senza la possibilità di accedere ad alcun sistema di sorveglianza (alla base del loro lavoro di vigilanza). Secondo gli inquirenti, ciò sarebbe capitato in 40 occasioni.