Prima intervista italiana per il presidente argentino Javier Milei, ai microfoni di Nicola Porro, durante la trasmissione "Quarta Repubblica". Il vulcanico ultraliberista ha toccato tanti argomenti, usando la tappa televisiva durante il suo soggiorno a Roma per spiegare la sua visione della politica e dell'economia.
Al centro dei discorsi di Milei c'è sempre lo stato, visto come un'entità negativa che sfrutta in modo irregolare e disonesto il lavoro dei suoi cittadini: "Lo Stato è un'associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d'accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato".
Annunciata un paio di giorni fa, la visita a Roma di Javier Milei è servita a diversi incontri istituzionali. Innanzitutto papa Francesco: con il pontefice argentino Milei sembra aver ricucito un rapporto cordiale dopo le parole poco gentili rivoltegli durante la campagna elettorale.
Per il presidente argentino sarebbe un'ottima mossa a livello di immagine far venire in visita ufficiale il pontefice nel proprio paese. A seguire Milei ha incontrato la premier italiana Giorgia Meloni: qui l'interesse è prettamente economico-politico, cercando l'ultraliberista di convincere Meloni ad investire in Argentina, paese da tempo in difficoltà economica.
Proprio gli investimenti dei privati, specialmente esteri, sono al centro dell'intervista concessa da Milei al giornalista Nicola Porro durante "Quarta Repubblica". Taglio della spesa pubblica e chiarezza estrema nel suo linguaggio vengono considerate come qualità positive di Milei, che gli hanno garantito la vittoria alle ultime presidenziali:
Sembra un controsenso che tanti argentini abbiano votato una persona che prometteva tagli enormi alla spesa pubblica, ma Milei rivendica la bontà del progetto: meno spese significa per lui meno corruzione, meno corruzione significa dare allo stato ciò di cui ha bisogno.
I sondaggi continuano a premiare le decisioni del governo di Milei, che sta cercando di portare nella realtà le sue idee anarchiche:
L'economia è un cruccio di Milei, non solo per la sua formazione di economista ma anche perché ritiene che molti siano stati traviati dalle idee di Keynes e von Hayek, insigni economisti visti però come fumo negli occhi da parte dei libertari. La profonda ingiustizia a livello di tasse in Argentina è spiegato da Milei con questo esempio:
A questo punto Porro chiede a Milei se consideri ancora il comunismo una "malattia mentale". Il presidente argentino afferma che la sua attività politica lo ha portato a non voler usare più quell'espressione, ma resta netto e negativo il giudizio dell'esperienza del socialismo politico:
Milei rivendica quindi il fatto di aver mantenuto una sua coerenza nonostante l'attività di governo ed anche la capacità di modificare le sue idee alla bisogna. E' successo anche con papa Francesco, che l'anarco-liberista ritiene essere un importante simbolo in Argentina, paese dalle forti radici cristiane.
Come detto precedentemente, Milei (appassionato di opera lirica italiana di autori come Puccini o Rossini) ha parlato con la premier Meloni e l'incontro istituzionale è andato molto bene a giudicare dalle parole dell'anarco-capitalista argentino. Milei non si sbilancia in un giudizio politico, ma apprezza il coraggio di Meloni: