In pensione a 60 anni e 4 mesi, è possibile nel 2024? Riceviamo numerose domande sulla possibilità di pensionamento prima dei 67 anni di età. Nell’attesa della prossima riforma delle pensioni, vengono rivisti diversi accordi previdenziali, a cui si aggiungono nuovi paletti e penali per chi decide di ritirarsi dal lavoro prima dell’età pensionabile. Partendo proprio dalle possibilità di anticipare l’uscita a 60 anni e 4 mesi, vediamo insieme quale misura permette di andare in pensione 7 anni prima.
Avere la possibilità di mettere nell’angolo la pensione di vecchiaia non capita a tutti. Ma se qualcuno riesce a collocarsi in quiescenza a 60 anni e 4 mesi anziché 67 anni, allora (forse) c’è ancora speranza per il futuro pensionistico.
Nella legge di Bilancio 2024 sono stati introdotti nuovi requisiti per l’accesso alla pensione legati alle misure Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.
In più occasioni, la discussione previdenziale è caduta più sull’insostenibilità del sistema previdenziale che sulle esigenze dei lavoratori.
Tuttavia, in alcuni casi è possibile eludere la soglia pensionabile dei 67 anni di età. Ecco in quali casi si può anticipare la pensione di 7 anni.
L’Isopensione o esodo dei lavoratori anziani è una misura introdotta dalla riforma Fornero fruibile dalle imprese con almeno 15 dipendenti. Lo strumento è stato istituito per accompagnare alcune categorie di lavoratori al pensionamento anticipato.
Si tratta di un accordo stipulato tra azienda, INPS e sindacati, attraverso il quale il lavoratore anticipa l’età pensionabile di almeno sette anni rispetto al pensionamento ordinario.
Tuttavia, è necessario che l’azienda si impegni a versare gli oneri a suo carico, garantendo al lavoratore, per l’intero periodo di esodo, un assegno di pari importo alla rendita della pensione fino al perfezionamento dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia o altro trattamento previdenziale ordinario.
È importante notare che secondo le disposizioni normative contenute nell’articolo 1, comma 160 della legge 205/2017, il periodo di anticipo è stato esteso da 4 a 7 anni, in vigore fino al 31 dicembre 2026.
L'azienda si impegna a versare al lavoratore l’assegno mensile e la copertura contributiva, utile ad assicurare al lavoratore l’accesso alla pensione ordinaria, nonché definitiva.
Il legislatore ha previsto che in aziende con processi di ristrutturazione o crisi, il datore di lavoro può offrire prestazioni di accompagnamento alla pensione. Secondo quanto riportato da PensioniOggi.it, l'accordo aziendale diventa efficace dopo la validazione dell'INPS, essendo basato sulla collaborazione tra azienda, sindacati e INPS.
"Trovata la soluzione, i lavoratori possono optare tra il pensionamento anticipato o posticipare l'uscita dal lavoro. È rilevante notare che l'Isopensione può essere implementata durante licenziamenti collettivi, come stabilito dalla legge n. 223/1991.
La procedura si conclude con un accordo firmato da tutte le parti coinvolte: azienda, INPS e sindacati. L'accento è posto sulla gestione del personale in eccesso e sulla pianificazione dell'esodo. L'INPS specifica che i lavoratori possono accedere all'Isopensione se mancano 7 anni per il pensionamento ordinario.
Pertanto, un'azienda che attivi un programma di esodo di almeno 7 anni nel 2024 consente ai dipendenti di accedere al trattamento pensionistico a 60 anni e 4 mesi, perfezionando i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni e 4 mesi nel 2031.
È importante notare che la pensione di vecchiaia richiede 67 anni di età e 20 anni di contributi, mentre la pensione anticipata ordinaria richiede un accumulo contributivo di 41 o 42 anni e 10 mesi indipendentemente dall'età.
L'Isopensione non può essere utilizzata per soddisfare i requisiti di Quota 103.