Ho diritto alla Naspi in caso di dimissioni volontarie? E' una domanda comune, soprattutto quando si considera un cambiamento di lavoro per migliorare il proprio benessere. Talvolta, le dinamiche in ufficio, i rapporti con i colleghi o l'ambiente lavorativo generale possono spingere a considerare l'opzione del licenziamento.
In generale, un dipendente può beneficiare dell'assegno di disoccupazione solo in caso di dimissioni per giusta causa. È essenziale distinguere tra "dimissioni" e "licenziamento", poiché quest'ultimo è tipicamente attuato dal datore di lavoro.
Le dimissioni di un dipendente possono rientrare in due categorie principali, ciascuna con le sue caratteristiche distintive:
Per quanto riguarda la disoccupazione, l'assegno, noto come Naspi, viene erogato solamente nel primo caso di dimissioni per giusta causa. In caso di dimissioni per ragioni personali, non è garantito il sostegno economico dello Stato, che intende assistere coloro che si trovano in difficoltà per motivi indipendenti dalla loro volontà.
L’Inps con la Circolare 94/2015 considera giuste cause per le dimissioni:
Oltre alla perdita di lavoro involontaria o per giusta causa, è necessario possedere ulteriori due requisiti per accedere all'assegno di disoccupazione:
In aggiunta, è fondamentale essere iscritti al Centro per l'impiego, dichiarare la disponibilità immediata a svolgere un'altra attività lavorativa e partecipare alle misure di politica attiva concordate.
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