Cosa sono le velelle? Le ultime mareggiate hanno trasformato molte spiagge della riviera ligure in distese blu. Il fenomeno che sta diventato una consuetudine di questa stagione è dovuto allo spiaggiamento di centinaia velelle.
Si tratta di una particolare specie di medusa che ha appunto una colorazione azzurrastra.
Non è infatti la prima volta che questi esemplari finiscono per arenarsi sulle spiagge della Liguria. L’innalzamento delle temperature marine ha negli ultimi anni favorito il proliferare di questa specie nei nostri mari.
Le velelle sono state spinte dalla corrente e si sono spiaggiate in massa in molte zone della Liguria.
Si sono registrati casi nel Golfo della Spezia in diverse località come Portovenere e Lerici, ma anche nel Ponente come ad esempio lungo la spiaggia di Ceriale nella provincia di Savona.
L’episodio più particolare si è però verificato nel genovese. La passeggiata del lungomare di Nervi è stata invasa da centinaia di questi animali portati dalla forza delle onde.
Il fenomeno, pur essendo una ricorrenza della stagione primaverile in Liguria, quest’anno si è verificato in anticipo. Ciò potrebbe essere un campanello di allarme circa i cambiamenti climatici come la più calda temperatura del mare.
Per questo motivo gli esperti di Arpal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Liguria, stanno analizzando più nel dettaglio la situazione per capire se possa essere legato a profonde modifiche dell’ecosistema marino locale.
Le velelle, anche note con il nome barchette di San Pietro, appartengono alla classe degli idrozoi ovvero una specie di invertebrati marini molto simili alle meduse. Vivono e si spostano sempre in grandi colonie, con preferenza per le acque calde e temperate.
Oltre che nel Mar Mediterraneo, si registra frequentemente la sua presenza ad esempio lungo le coste della California, ma anche in diverse zone dell’Inghilterra e dell’Irlanda.
Hanno una forma ovale con dimensioni massime di 7 – 8 centimetri e una colorazione tendente al blu. I nomi con cui questo esemplare è conosciuto sono dovuti alla particolare cresta verticale posizionata al di sopra del corpo.
Questa escrescenza assomiglia infatti ad una vela di un’imbarcazione e come essa la velella lo utilizza per spostarsi.
La velella si muove galleggiando al pelo dell’acqua con la vela posta al di fuori di essa in modo da sfruttare le forza del vento.
Al di sotto di essa della vela sono invece posizionati tutti gli apparati per le funzioni di alimentazione, digestione e riproduzione.
La velella si ciba di piccole prede, generalmente plancton, che riesce a catturare attraverso i tentacoli e l’inoculazione da essi di una tossina.
La tossina contenuta nelle nematocisti della velella è innocua per l’uomo. Tuttavia alcuni esemplari possono risultare maggiormente urticanti di altri. Gli effetti della tossina sulla pelle umana variano anche in base alla sensibilità del singolo soggetto.
Sebbene dunque non siano generalmente pericolose, gli esperti consigliano comunque di non toccare le velelle sia in vita che una volta spiaggiate.
È opportuno soprattutto sciacquarsi bene le mani ed evitare di toccare viso e occhi dopo esserne entrati in contatto.
Come già spiegato, le velelle si spostano nei mari grazie alla propria vela sospinta dal vento e dalla corrente. In questo periodo dell’anno i forti venti provenienti da Sud le conducono verso la Liguria e ciò determina il loro spiaggiamento senza possibilità di salvezza.
Non è poi strano rinvenire decine e decine di questi animali ormai sul litorale in quanto vivono in ampie colonie.
Le spiagge sono quindi ricoperte e da lontano sembrano essere diventate completamente blu. Il colore della velella vira al rosa dopo la sua morte. Con la decomposizione delle carcasse si sprigiona poi un forte odore sgradevole che ricorda quello dell’urina.