Cosa prevede la legge 194 del 1978 sull’aborto? Era il 22 maggio del 1978 quando, tramite pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’Italia modificava la modalità di accesso all’aborto. Un passo storico dunque che pose fine all’identificazione di questa azione come un reato da codice penale.
L’iter di attuazione non fu semplice. Segnato da un contesto molto complicato nel nostro Paese e un periodo di rivoluzione socioculturale che si scontrava con il radicalismo anche in chiave cattolica.
Nel corso dei 46 anni successivi alla sua entrata in vigore, sono stati molti i tentativi di richiesta di abrogazione della norma o di parzialmente modifica, come alcune proposte avanzata nel novembre del 2023.
Prima dell’entrata in vigore della legge 194 del 1978 l’interruzione volontaria di gravidanza era disciplinata dal codice penale come un reato. Gli articoli dal 545 al 548, poi abrogati, definivano dunque tutte la casistica possibile e descrivevano le pene.
In particolare provocare l’aborto di una donna senza il suo consenso era punito con l’arresto da 7 a 12 anni. La stessa pena era prevista qualora la donna, pur manifestando la propria volontà a procedere con l’aborto, avesse un’età minore di 14 anni.
Nel caso in cui la donna avesse più di 14 anni e fosse interessata all’interruzione di gravidanza, sia lei che l’esecutore dell’aborto avrebbero rischiato la reclusione da 2 a 5 anni.
Una pena simile veniva comminata alla donna se si procurava l’aborto da sola. In questo caso l’arresto previsto era da 1 a 4 anni. Infine, istigare o fornire i mezzi necessari per concludere l’operazione era punito con l’arresto da 6 mesi a 2 anni.
Le pene venivano inasprite se l’interruzione di gravidanza causava la morte della donna.
Nella prima metà degli anni ’70 le scoperte in campo medico e i movimenti di rivendicazione dei diritti della persona portarono la popolazione italiana verso un diverso modo di concepire l’operazione di aborto.
Si iniziava a riflette dunque sull’interruzione volontaria di gravidanza in relazione ad alcuni contesti specifici, come conseguenza ad esempio di uno stupro.
Uno dei maggiori spunti che portò all’attuazione della legge sull’aborto fu la norma che modificava il matrimonio introducendo ufficialmente il diritto a chiedere il divorzio con la legge n. 898 del 1970.
Già infatti all’indomani della sua attuazione, il Movimento di Liberalizzazione della donna iniziò a discutere per modificare le pene inflitte per l’interruzione volontaria di gravidanza. La proposta formale di una legge arrivò però nel 1973, per iniziativa del deputato Loris Fortuna appartenente al Partito Socialista Italiano e già firmatario della legge sul divorzio.
In quello stesso anno venne fondato, per volere dell’attivista Adele Faccio, il Centro Informazione Sterilizzazione e Aborto (CISA) per diffondere al meglio la conoscenza sul tema dell’aborto.
All’iniziativa aveva partecipato anche una delle figure di maggior rilievo in ambito femminista e del radicalismo liberale, l’attuale leader di +Europa Emma Bonino.
Malgrado queste iniziative, l’opinione pubblica e gran parte del mondo politico vedeva ancora l’interruzione volontaria di gravidanza un atto da perseguire penalmente. Adele Faccio venne arrestata subito dopo aver pubblicamente ammesso, in un comizio al Teatro Adriano di Roma nel gennaio del 1975, di aver avuto un aborto volontario. Il gesto ebbe notevole clamore mediatico e si iniziò a discutere ancor più sul tema.
Nello stesso anno, la Corte Costituzionale dichiarò non condannabile la pratica di interruzione della gravidanza se eseguita per salvare la vita della donna, come invece previsto dall’art. 546 del codice penale.
Proprio questa sentenza autorizzò il Governo guidato da Giulio Andreotti nel luglio del 1976 a concedere la possibilità di aborto in relazione allo sversamento di agenti chimici dall’esplosione della fabbrica ICMESA a Seveso, in Brianza. Così da prevenire gravi problemi di salute alle gestanti.
Il 6 dicembre 1975, a Roma, si registrò la prima maxi manifestazione nazionale promossa del Movimento Liberazione Donna con l’adesione di oltre 20mila donne a rivendicare il diritto sull’aborto.
La Legge sull’aborto di fatto nacque da lì a poco. Nel 1976 le Commissioni permanenti Giustizia e Sanità proposero un nuovo progetto unitario formulato dalle Commissioni permanenti Giustizia e Sanità riunite.
Il primo tentativo di votazione vide però la bocciatura da parte del Senato. La norma venne quindi approvata solo alla sua seconda votazione, nel 1978.
La Legge descrive in maniera inequivocabile che non fosse un tentativo governativo di tenere sotto controllo il numero delle nascite. Si esprime perciò la possibilità per la donna di interrompere volontariamente ed entro i primi 90 giorni la gestazione.
L’aborto può essere motivato dal pericolo per la propria salute fisica o psichica, dall’impossibilità economica di far fronte alle necessità del nascituro, da particolari circostanze di concepimento o da previsioni di malformazioni del feto.
Nel caso in cui la donna non abbia la maggiore età, la decisione finale spetta ai genitori o ai tutori legali.
In qualunque caso, la norma prevede la privacy e pertanto le generalità della donna rimangono anonime. L'articolo 5 indica come il padre del concepito non possa in nessun modo interferire nella scelta della donna né abbia alcun diritto sul feto.
Il ginecologo e il personale sanitario possono esercitare il diritto di obiezione di coscienza, come previsto dall’articolo 9, purché tale scelta non metta in pericolo la sopravvivenza della donna.
L’emanazione della legge 194 non placò le polemiche. L’opinione pubblica era infatti ancora divisa sul tema e, solo sei giorni dopo la sua emanazione, Papa Paolo VI condannò la legge pubblicamente.
Nel 1980 la formazione cattolica Movimento per la Vita iniziò una raccolta firme per l’abrogazione della legge 194. Per tutta risposta il Partito radicale reagì con un’iniziativa simile volta però all’espansione del diritto e all’eliminazione totale dei residui della norma precedente. Gli italiani vennero chiamati al voto nel 1981 ma entrambi i referendum vennero bocciati.