Uno dei dubbi più comuni tra chi ha sottoscritto un mutuo è cosa accade se la banca che lo ha erogato fallisce. Questo interrogativo solleva preoccupazioni importanti per chi sta pagando un finanziamento per l'acquisto di una casa, soprattutto dopo che gli ultimi dati hanno fatto emergere che sono di più le banche piccole e medie che erogano mutui rispetto alle grandi. Andiamo a scoprire cosa succede al mutuo in caso di fallimento della banca, sfatando miti e fornendo informazioni precise e utili.
Le banche, come qualsiasi altra impresa, possono teoricamente fallire. Tuttavia, a causa della loro importanza economica e sociale, gli istituti di credito sono soggetti a rigidi controlli e regolamentazioni. Lo Stato italiano, spesso, interviene per evitare il fallimento di una banca, mettendola in amministrazione straordinaria per cercare di risanare i bilanci e recuperare i crediti non riscossi. Il fallimento avviene quando una banca non è più in grado di onorare i propri debiti e coprire i depositi dei clienti.
Il fallimento di una banca è solitamente innescato dalla perdita di fiducia dei clienti, che ritirano i loro depositi spostandoli verso altri istituti. Questo porta a una crisi di liquidità che costringe la banca a cercare finanziamenti da altre entità, spesso senza successo. La mancanza di liquidità può accelerare il processo di fallimento, poiché sempre più clienti ritirano i loro fondi per paura di perdere i risparmi.
In caso di fallimento di una banca, i depositi dei clienti sono protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). Questo fondo garantisce i depositi fino a 100.000 euro per conto corrente. In pratica, se si hanno risparmi depositati presso una banca fallita, il FITD assicura che si recupereranno fino a 100.000 euro per ogni conto. Questo sistema di protezione è finanziato da contributi annuali delle banche aderenti.
Per chi possiede depositi superiori a 100.000 euro, è consigliabile diversificare i risparmi tra più banche. Questo metodo permette di ridurre il rischio di perdere somme eccedenti la soglia garantita dal FITD in caso di fallimento bancario. I grandi risparmiatori spesso adottano questa strategia per proteggere il loro capitale.
Quando una banca fallisce, il mutuo non viene estinto. Il Decreto Salva Banche del 2016 prevede che gli istituti di credito in crisi vengano acquisiti da altre banche. Questo significa che il mutuo verrà trasferito alla banca subentrante. Per il mutuatario, le condizioni del mutuo rimangono invariate, inclusi l'importo delle rate, il tasso di interesse e la durata del finanziamento.
Il trasferimento del mutuo avviene senza modifiche alle condizioni originali stipulate con la banca fallita. La nuova banca subentrante invierà una comunicazione ai mutuatari, informandoli del cambiamento e garantendo che le condizioni contrattuali rimangano le stesse. Questo assicura che il mutuatario possa continuare a pagare il mutuo senza interruzioni o variazioni nei termini, tuttavia il mutuatario può optare anche per soluzioni alternative.
In alcuni casi, il mutuatario potrebbe voler rinegoziare le condizioni del mutuo con la banca subentrante. La rinegoziazione può riguardare il tasso di interesse, la durata del mutuo o altre condizioni contrattuali. Tuttavia, la banca non è obbligata a concedere modifiche se non vi è un accordo tra le parti.
Un'altra opzione per il mutuatario è la surroga del mutuo, prevista dalla Legge Bersani del 2007. La surroga consente di trasferire il mutuo a un'altra banca senza modificare l'importo del finanziamento. Questo processo è gratuito e permette al mutuatario di cercare condizioni più vantaggiose presso un altro istituto di credito.