La recente tempesta solare risalente ormai a tre settimane fa ha offerto uno spettacolo naturale straordinario, con aurore visibili dai poli all'Europa centrale e persino in Africa meridionale. L'intensità di questa tempesta è stata tale che i suoi effetti sono stati rilevati anche nelle profondità oceaniche. Adesso si parla di un’altra possibile forte tempesta solare con eventuali aurore boreali che potrebbero spingersi fino a basse latitudini il prossimo weekend: andiamo a vedere cosa c’è di vero.
Ocean Networks Canada (ONC) ha registrato una significativa distorsione nel campo magnetico terrestre durante la recente tempesta solare. Le bussole magnetiche utilizzate per monitorare l'oceano hanno subito deviazioni significative. Justin Albert dell'Università di Victoria in Canada ha evidenziato come questi dati dimostrino la potenza delle tempeste solari e il loro impatto sulla Terra. Con il picco del ciclo solare di 11 anni, è probabile che eventi simili diventino più frequenti.
Le aurore potrebbero tornare a illuminare i cieli dell'Italia e di altre regioni grazie alla rotazione del Sole, che riporterà verso la Terra il grande gruppo di macchie solari AR3664, responsabile della recente tempesta geomagnetica. Sebbene sia difficile prevedere con precisione il comportamento di queste macchie solari, è probabile che nuove tempeste geomagnetiche si verifichino, portando altre aurore spettacolari.
Il Sole si sta avvicinando al "massimo solare", un periodo del ciclo solare di 11 anni in cui l'attività solare raggiunge il suo apice. Secondo Jonathan McDowell dell'Università di Harvard, il massimo solare sarà probabilmente raggiunto a luglio dell'anno prossimo. Durante questo periodo, si prevede un aumento delle tempeste solari, con possibili ricadute significative sulla Terra fino al 2025. Il National Space Weather Prediction Center degli Stati Uniti stima che durante il massimo solare potrebbero esserci fino a 115 macchie solari visibili.
Le tempeste solari, note anche come tempeste geomagnetiche, hanno effetti significativi sulla Terra. Quando un'espulsione di massa coronale (CME) raggiunge la Terra, le particelle cariche interagiscono con il campo magnetico terrestre, causando una serie di fenomeni. Questi includono aurore boreali, ma anche interferenze con le tecnologie terrestri.
Le tempeste solari possono disturbare le reti elettriche, i sistemi di navigazione GPS, i satelliti e altre infrastrutture tecnologiche. Elon Musk ha riferito che i satelliti Starlink di SpaceX sono stati messi sotto pressione dalla tempesta solare. L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha segnalato disturbi nei segnali GPS e un volo da San Francisco a Parigi è stato deviato per evitare aree con radiazioni elevate. Il 14 maggio, un brillamento solare ha causato interruzioni delle comunicazioni radio ad alta frequenza a livello globale.
Le tempeste solari hanno un impatto anche sotto la superficie dell'oceano. L'ONC dispone di osservatori sottomarini al largo delle coste canadesi che monitorano le correnti oceaniche. Durante le tempeste geomagnetiche, le bussole utilizzate per queste rilevazioni hanno registrato deviazioni significative. Alex Slonimer dell'ONC ha notato che durante le tempeste geomagnetiche, le bussole hanno registrato deviazioni fino a +30 e -30 gradi, evidenziando l'intensità delle perturbazioni magnetiche.
La regione attiva AR3664 è scomparsa dalla nostra vista il 14 maggio, quando è passata sul lato nascosto del Sole. Questa regione dovrebbe riapparire entro circa 12 giorni e mezzo, il 26 maggio, poiché conosciamo il periodo di rotazione differenziale del Sole. La rotazione del Sole varia con la latitudine, impiegando circa 24 giorni all'equatore e tempi più lunghi man mano che ci si sposta verso i poli. AR3664, situata a circa 20° di latitudine, completa una rotazione in circa 25 giorni.
Nonostante la regione attiva fosse temporaneamente nascosta, gli astronomi hanno potuto continuare a monitorarla utilizzando l'eliosismologia. Questa tecnica studia le oscillazioni all'interno del Sole causate dalle onde di pressione. Analizzando le oscillazioni della parte visibile del Sole, gli scienziati possono prevedere se AR3664 si erode o si rafforza ulteriormente.
Secondo gli esperti, il gruppo di macchie solari AR3664 potrebbe generare nuovi brillamenti solari sufficienti a creare altre aurore boreali. Mauro Messerotti, docente di Meteorologia Spaziale all'Università di Trieste, ha dichiarato che AR3664 tornerà visibile a fine maggio. Tuttavia, è difficile prevedere se genererà nuovi brillamenti ed espulsioni di massa coronale di intensità tale da causare aurore simili a quelle del 10 maggio.
Il comportamento delle regioni attive del Sole è complesso e imprevedibile. Anche se AR3664 riapparirà, non possiamo sapere con certezza se produrrà espulsioni di massa coronale dirette verso la Terra. Le aurore dipendono dall'intensità e dalla direzione di queste espulsioni. Dovremo attendere che AR3664 raggiunga una posizione favorevole sul disco solare per avere un'idea più chiara delle sue potenziali emissioni.