Pensioni e incentivi, due misure intrecciate come non mai nel sistema pensionistico. Il governo italiano sta cercando di tutto per limitare l'uscita dal lavoro e garantire l'equilibrio dei conti pubblici, al punto da voler confermare nella legge di Bilancio 2025 il bonus Maroni sulla pensione anticipata. Vediamo insieme le ultime novità.
È evidente che, tra le fila della maggioranza politica, c'è un certo nervosismo nel dover gestire una Manovra 2025 con meno risorse, più tagli e nuove tasse. Si intravedono, quindi, mosse e contromosse in tema previdenziale, quasi tutte volte a sostenere il lavoratore nel percorso lavorativo, ma soprattutto nell'approccio alla pensione.
Per mantenere i lavoratori attivi, è possibile che vengano rinnovati gli incentivi in busta paga per coloro che hanno raggiunto i requisiti per la pensione anticipata senza sfruttare il trattamento pensionistico. Vediamo di cosa si tratta.
Attualmente, la pensione anticipata viene riconosciuta al compimento di 62 anni di età con 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi.
I lavoratori che decidono autonomamente di proseguire la carriera, anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione anticipata, potranno beneficiare di un incentivo che aumenta il netto in busta paga.
Per consentire il proseguimento dell'attività lavorativa, si applica un aumento del 9,19% in busta paga, ossia un'esenzione contributiva sui versamenti dovuti dal lavoratore. Come riportato da informazionefiscale.it, la maggioranza politica punta a potenziare il bonus Maroni per il 2025, con l’obiettivo di scoraggiare l'accesso alla pensione anticipata.
Per rispondere a questa domanda, bisogna considerare l'adeguamento dei requisiti per l'accesso alla pensione anticipata ordinaria.
In particolare, si fa riferimento all'articolo 15 del decreto-legge n. 4/2019, convertito in legge n. 26 del 28 marzo 2019, il quale dispone che l'adeguamento dei requisiti legati all'aspettativa di vita non si applicherà fino al 31 dicembre 2026.
Dal 1° gennaio 2027, questa norma perderà efficacia, e scatterà l'adeguamento all'aspettativa di vita per la pensione anticipata ordinaria.
Ciò significa che l'accesso al trattamento sarà condizionato da nuovi requisiti contributivi, che ritarderanno l'accesso alla pensione anticipata ordinaria.
Dopo il 31 dicembre 2026, non sarà più possibile accedere al trattamento con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con un anno in meno per le donne. Chiusa questa parentesi, analizziamo le novità sugli incentivi per chi resta al lavoro.
Per il 2025, si prevedono molte modifiche, inclusi cambiamenti in materia previdenziale e assistenziale. In alcuni casi, si potrebbe parlare di correttivi storici che potrebbero addirittura superare la legge Fornero.
Il governo italiano, per contenere la spesa previdenziale, si allinea all’austerità della Fornero con nuovi incentivi per chi resta al lavoro e allungando i tempi per accedere a diversi trattamenti pensionistici.
Va detto che molte questioni influenzano il futuro pensionistico degli italiani, tra cui una bassa natalità e una persistente evasione contributiva.
A causa dei rischi legati all’età media di accesso alla pensione, attualmente a 64,2 anni (oltre gli standard europei, ma sotto l’età pensionabile stabile di 67 anni fino al 31 dicembre 2026), la discussione si concentra sull’equilibrio della spesa previdenziale.
Inoltre, il governo sta valutando la proroga dell'anticipo pensionistico Ape Sociale, Quota 103 e Opzione Donna.
Il ricorso al bonus Maroni rappresenta una strategia per incentivare i lavoratori a rimanere attivi, offrendo uno stipendio più alto rispetto alla pensione. Tuttavia, l'incentivo, già in vigore nel 2024, non ha suscitato grande interesse per motivi fiscali.
Attualmente, il bonus Maroni permette ai lavoratori di ricevere in busta paga i contributi previdenziali a loro carico, ma ha avuto scarsa adesione per motivi fiscali.
Per il 2025, l'incentivo dovrebbe essere rafforzato, reso più appetibile con un’esenzione fiscale e contributiva, e legato a una contribuzione figurativa per il periodo in cui si sceglie di restare al lavoro, garantendo così una pensione più ricca.
La combinazione di questi fattori richiede uno sforzo finanziario maggiore, per cui sarà necessario attendere il testo finale della legge di Bilancio 2025 per maggiori dettagli.