Il taglio del cuneo fiscale e l’IRPEF a tre scaglioni diventano strutturali con la manovra 2025, rendendo pesante la busta paga dei lavoratori. Si tratta di due misure molto costose che, prese da sole, valgono quasi oltre la metà delle risorse stanziate per la manovra 2025.
Inoltre, se il concordato preventivo biennale porterà a casa risultati positivi, allora potrebbe essere anche prevista una riduzione dell’IRPEF intermedia, da 35 a 33 punti.
I lavoratori si accorgeranno di queste novità in busta paga?
Con la manovra 2025, il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale. Misura principale per il Governo, insieme all’IRPEF a tre aliquote, costa quasi la metà dei fondi stanziati per la prossima Legge di Bilancio.
Introdotto solo in via temporanea nel 2023, il taglio del cuneo fiscale mira a colmare il divario tra il costo del lavoro per i datori di lavoro e lo stipendio netto percepito dai dipendenti.
L’Italia segna il record tra i Paesi dell’OCSE, attestandosi al primo posto: il cuneo fiscale è tra i più alti al 45,9%.
L’anno prossimo il taglio potrebbe rimanere di tipo contributivo per i redditi fino a 20.000 euro e trasformarsi anche in fiscale, comportando un aumento delle detrazioni fiscali per il lavoro dipendente fino a 35.000 euro.
Inoltre, è previsto anche uno sgravio fiscale decrescente per evitare che sopra il tetto di 35.000 euro i lavoratori possano perdere fino a 1100 euro l'anno di beneficio fiscale.
Più o meno dovrebbe essere questo il funzionamento della misura nel 2025. Se il concordato preventivo porta a casa i risultati sperati, allora il Governo potrebbe anche ridurre l’aliquota IRPEF che va fino a 50.000 euro di reddito, da 35 a 33 punti. Su questo, però, ancora c’è qualche dubbio.
Nonostante quanto detto finora, il valore del bonus non subirà variazioni e si attesterà sempre intorno a 100 euro. Verrà comunque percepita come una misura stabile e un incremento stabile della busta paga che, fino a poco tempo, era ancora in dubbio trattandosi di una misura temporanea.
Questo significa che i lavoratori che già oggi beneficiano del taglio del cuneo fiscale in busta paga non noteranno alcuna differenza.
La misura diventata strutturale e rappresenta comunque l’intenzione del Governo di continuare ad aumentare il reddito netto dei lavoratori. In ogni caso, ciò che, effettivamente, cambierà sono le modalità operative al fine di renderlo più equo e per coinvolgere una platea più ampia di lavoratori dipendenti.
Non solo trarranno benefici i redditi bassi, ma nella manovra è stato posto anche l’obiettivo di mantenerli per chi guadagna oltre 20.000 euro.
Le buste paga dei lavoratori sono destinate a non alleggerirsi l’anno prossimo. Non solo la conferma del taglio del cuneo fiscale, ma anche delle tre aliquote IRPEF e, sempre in tema lavoro, il Governo ha previsto anche dell’altro.
Prima di tutto, sono state stanziate risorse per finanziare le procedure di rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare riferimento al triennio 2025-2027. Qualora fossero reperite le risorse necessarie, potrebbe anche essere rifinanziata l’indennità di vacanza contrattuale, che richiede almeno 800 milioni di euro.
Le stesse misure di welfare vengono prorogate, includendo una tassazione agevolata con aliquota del 5% fino a 3.000 euro annui. In aggiunta, la detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro. Anche in questo caso non si tratta di novità, quanto più di misure che sono state rese strutturali per incentivare le aziende a offrire benefit.
Il bonus mamme lavoratrici fino a 3000 euro sarà prorogato anche al 2025. Prevista l’estensione delle agevolazioni alle lavoratrici autonome e alle titolari di Partita Iva.