16 Dec, 2024 - 17:05

Riforma Giustizia, il referendum sulla separazione delle carriere che spaventa il Governo

Riforma Giustizia, il referendum sulla separazione delle carriere che spaventa il Governo

L'approvazione della Riforma della Giustizia è ancora lontana, ma il tema di un eventuale Referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati è emerso con forza nel dibattito politico. Governo, centrosinistra e magistratura hanno già cominciato ad affilare le armi per la futura e decisiva battaglia referendaria.

La tensione intorno alla Riforma firmata dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, contenente la norma sulla separazione delle carriere di magistrati giudicanti e inquirenti, e la creazione di due Csm, non è mai stata tanto alta e il nervosismo tra l'Associazione Nazionale Magistrati e Governo è alle stelle.

Referendum separazione carriere, quando si farà?

Al momento quella del Referendum sulla Riforma della Giustizia è solo un'ipotesi e neanche troppo imminente, dal momento che si arriverà alla consultazione popolare solo dopo l'eventuale approvazione della Riforma e solo se tale approvazione non dovesse ottenere i due terzi dei consensi in Parlamento.

È questo, infatti, l'iter previsto dalla legge in caso di modifiche della Costituzione. Trattandosi di una riforma costituzionale dovrà essere approvata quattro volte: due volte alla Camera e due al Senato, e tra un'approvazione e l'altra dovranno trascorrere almeno tre mesi. Ad approvazione avvenuta, se non si sono raggiunti i due terzi dei voti (cosa molto probabile), è previsto il ricorso alla consultazione popolare per confermare la riforma, o, bocciarla.

La Riforma Nordio è arrivata alla Camera lunedì 9 dicembre per l'avvio del dibattito che dovrebbe portare al primo via libera. Considerati i tempi tecnici necessari, si dovrebbe arrivare all'approvazione definitiva non prima della metà del 2026 con il referendum che, pertanto, dovrebbe slittare al 2027.

Perché il Governo teme il referendum sulla giustizia

La battaglia per il Referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati si preannuncia decisiva non solo per le sorti della Riforma, ma per l'esecutivo stesso dal momento che il testo firmato dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio è una delle bandiere del Governo e la sua bocciatura rappresenterebbe un evento su cui riflettere, come ha sottolineato recentemente lo stesso Guardasigilli fa a margine di Atreju 2024 al Circo Massimo.

virgolette
Un referendum così importante sulla giustizia, che io auspico perché è un argomento così delicato che l’ultima parola dovrebbe essere attribuita al popolo, se dovesse essere bocciato avrebbe certamente delle conseguenze.

Cruciale per il Governo sarà anche evitare il rischio di far passare la consultazione popolare come un referendum sul suo operato. Parola d'ordine è schivare la 'trappola' degli oppositori della riforma.

virgolette
Attenzione non vorrei che un domani un referendum di questo tipo fosse, come avvenuto in altri casi, personalizzato: governo sì, governo no questo non sarà né contro la magistratura né contro il governo, si tratta di vedere se noi vogliamo un assetto costituzionale che sia in linea con quello che è l’ordinamento generale degli stati democratici e liberali.

Ha avvertito Nordio.

Anche il centrosinistra, impegnato a contrastare la riforma in Parlamento, sa che si tratterà di una battaglia fondamentale e anche tra i partiti di opposizione si inizia a lavorare sotto traccia in vista della consultazione popolare.

Referendum e scioperi, l'offensiva dei magistrati

Favorevole al referendum anche l'ANM che domenica 15 dicembre, nel corso dell'Assemblea straordinaria nell'Aula Magna della Corte di Cassazione, ha annunciato la mobilitazione dell'intera categoria contro la Riforma Nordio, attraverso scioperi, manifestazioni e la promozione di comitati referendari.

virgolette
La democrazia ha i suoi meccanismi e le sue dinamiche, siamo d'accordo che si esprima il popolo.

Ha dichiarato il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a margine dell'Assemblea straordinaria dell’Associazione nazionale magistrati.

virgolette
Speriamo che l'elettorato venga investito da una richiesta referendaria e siamo qui per cercare di trovare i mezzi con cui comunicare all'esterno gli argomenti contrari, la gente farà le sue scelte, io credo che in una democrazia di qualità e autenticamente partecipata.

Pro e contro della separazione delle carriere

La separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri in Italia è da sempre un tema fortemente divisivo.

Il Governo e i sostenitori della riforma sostengono che la separazione delle carriere garantirebbe una maggiore imparzialità durante i processi, in linea con l'articolo 111 della Costituzione che richiede un giudice terzo e imparziale.

La specializzazione è anche presentata come un'opportunità per migliorare le competenze dei magistrati. La creazione di due distinti Csm, infine, aiuterebbe a ridurre l'influenza delle correnti politiche salvaguardando l'indipendenza della magistratura da condizionamenti politici.

Le tesi contrarie della Magistratura e di alcuni partiti di opposizione, invece, evidenziano un tentativo del Governo di indebolire i giudici e minare la credibilità dell'istituzione. La riforma viene considerata una minaccia all'autonomia e alla neutralità della giustizia.

Tra le tesi contrarie anche il fatto che in pratica la separazione già esiste senza la necessità di ulteriori modifiche legislative. La specializzazione eccessiva, infine, viene giudicata come un rischio di impoverimento della qualità del processo giudiziario dal momento che lo scambio dei ruoli è fonte di arricchimento professionale per i magistrati.

Il referendum sulla separazione carriere in sintesi

Una sintesi in cinque punti dello scontro su referendum per la separazione delle carriere

  1. Riforma della Giustizia e separazione delle carriere: Il Governo italiano, guidato dal Ministro Carlo Nordio, ha proposto una riforma che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e pubblici ministeri, oltre alla creazione di due distinti Consigli Superiori della Magistratura (CSM). Questo tema è al centro di un acceso dibattito politico.
  2. Iter del referendum: Un eventuale referendum sulla riforma potrebbe essere convocato dopo l’approvazione del Parlamento, ma solo se la riforma non otterrà il consenso dei due terzi dei parlamentari. La riforma potrebbe arrivare alla definitiva approvazione entro metà 2026, con il referendum che si svolgerebbe probabilmente nel 2027.
  3. Mobilitazione dei sostenitori e oppositori: Il Governo e i sostenitori della riforma puntano ad evitare che il referendum venga visto come un voto sul loro operato. Nel frattempo, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha già avviato una mobilitazione con scioperi, manifestazioni e comitati referendari contro la riforma.
  4. Pro e contro della separazione delle carriere: I favorevoli alla riforma sostengono che la separazione delle carriere migliorerebbe l'imparzialità dei giudici e ridurrebbe le influenze politiche. I contrari, tra cui la magistratura, vedono la riforma come una minaccia per l’indipendenza della giustizia, già garantita dalla separazione dei ruoli, e temono un impoverimento del sistema giudiziario.
  5. Implicazioni politiche: Il referendum sulla giustizia non riguarda solo la riforma, ma è diventato anche un banco di prova per il Governo, con implicazioni politiche significative. Il centrosinistra e altre forze di opposizione stanno preparando una campagna per contrastare la riforma in vista della consultazione popolare.
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Maria Rita Esposito
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