Ci sono delle discrepanze nei pagamenti delle pensioni. Il pagamento del trattamento economico e assistenziale avverrà con valuta 3 gennaio 2025.
Da giorni si discute del mancato conguaglio sulle pensioni e della scarsa rivalutazione. Se i pensionati riceveranno qualcosa in più, ciò sarà legato ad altre entrate; nessuna speranza, però, per un aumento sostanzioso delle pensioni tale da far quadrare i conti.
I fatti dimostrano altro: il problema delle pensioni minime si trascina da tempo e non riguarda solo il primo pagamento INPS dell’anno.
Per maggiori dettagli sui pagamenti delle pensioni di gennaio 2025, guarda il video "Pensioni, pagamenti di gennaio ? Arriveranno in anticipo anche questa volta❓" pubblicato da Mondo Pensioni. In questo video vengono trattati i dettagli riguardanti l'anticipo dei pagamenti e altre informazioni utili per i pensionati.
Vediamo insieme quando vengono erogate le pensioni, sia in contanti sia tramite accredito su conto corrente bancario o postale.
Non è tanto il primo pagamento in contanti, a partire dal 3 gennaio 2025, a destare attenzione, quanto la necessità di comunicare il proprio IBAN all’INPS per le pensioni di importo superiore a 1.000 euro netti.
È qui che emergono difficoltà per quei pensionati che superano tale limite di poche decine di euro e sono abituati a ricevere la pensione in contanti presso gli uffici postali di Poste Italiane.
L’obbligo di accreditare la pensione su un conto corrente bancario o postale rappresenta un segnale concreto di contrasto all’illegalità, in linea con le normative antiriciclaggio e fiscali.
Questo rafforza l’importanza della tracciabilità dei pagamenti, anche quando provengono da fonti istituzionali.
Tuttavia, eventuali anomalie rilevate nei movimenti bancari, sia in entrata sia in uscita, possono attirare l’attenzione del fisco.
In questi casi, il pensionato deve sostenere l’onere della prova, fornendo informazioni dettagliate per giustificare tali movimenti e dimostrando che non sono riconducibili a redditi imponibili.
Il difficile contesto economico coinvolge pienamente i pensionati, spesso costretti a fare i conti con entrate non adeguate rispetto all’aumento dei beni e servizi essenziali.
Più nel dettaglio, è utile sapere quando i titolari di trattamenti economici previdenziali e assistenziali, con cognomi dalla lettera D alla K, possono ritirare la pensione in contanti presso gli uffici postali.
Nel mese di gennaio 2025, l’erogazione delle pensioni avverrà con valuta 3 gennaio, sia per il ritiro in contanti sia per l’accredito su conto corrente bancario o postale.
Tuttavia, per il ritiro in contanti sarà necessario rispettare una turnazione alfabetica, basata sulla prima lettera del cognome del titolare della prestazione.
Ecco un possibile calendario per gennaio 2025:
Di conseguenza, si prevede che il 4 gennaio 2025 i titolari di pensioni o trattamenti assistenziali con cognomi dalla lettera D alla K possano ritirare la pensione in contanti.
Di seguito, il grafico illustra le date in cui i pensionati, in base alla lettera iniziale del loro cognome, possono ritirare la pensione in contante.
Secondo quanto comunicato dall’INPS, l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è stato confermato nella misura del 5,4%.
Tale aumento percentuale, volto ad adeguare le pensioni al costo della vita, è stato applicato a partire dal 1° gennaio 2024; pertanto, non sono previsti conguagli.
Di seguito, il grafico mostra l'indice di rivalutazione delle pensioni per gli anni 2024 e 2025, evidenziando il 5.4% di rivalutazione per il 2024 e l'0.8% per il 2025.
Per l’anno 2025, sono state effettuate le operazioni di rinnovo delle pensioni, ovvero l’aggiornamento dei trattamenti economici previdenziali.
A partire dal 1° gennaio 2025, sarà applicato un indice provvisorio di rivalutazione dello 0,8%. Eventuali conguagli, sia a credito (importi dovuti al pensionato) sia a debito (importi che il pensionato deve restituire), verranno effettuati nel corso del 2026.
L’INPS precisa che le prestazioni di accompagnamento alla pensione (come assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione e APE sociale) non sono soggette a rivalutazione, in quanto non rappresentano trattamenti pensionistici veri e propri.