Un inizio d'anno più difficile per Elly Schlein, probabilmente, non si poteva immaginare. La segretaria del Partito Democratico le sta prendendo un po' su tutti i fronti. Da quello internazionale, in primis, dove Donald Trump ha iniziato il suo secondo mandato più minaccioso che mai, a quello interno, con la Corte Costituzionale che ha bocciato il referendum sull'Autonomia differenziata, l'unico che teneva assieme tutto il centrosinistra.
Per di più, dopo quasi due anni di leadership incontrastata al Nazareno, anche le minoranze interne al suo Pd iniziano ad alzare la testa avanzando il dubbio che sia davvero lei la candidata premier giusta da contrapporre a Giorgia Meloni quando, nel 2027, si tornerà alle elezioni.
Era il 1988 quando nelle sale uscì "Chi ha incastrato Roger Rabbit", il primo film che metteva assieme attori in carne e ossa e personaggi animati.
E chissà se, in quest'inizio 2025, Elly Schlein si senta un pò nella parte del coniglio frutto della fantasia del romanziere Gary Wolf. D'altronde, eravamo stati facili profeti, a Capodanno, a predire per lei un anno che doveva passare più velocemente possibile.
E invece: già il primo mese del 2025 rischia di lasciare in eredità danni permanenti per Elly Schlein. Il nuovo anno si sta dimostrando molto difficile per la segretaria dem. Probabilmente, anche oltre ogni previsione.
Per raccontare l'inizio di quest'annus horribilis di Elly Schlein non si può non iniziare da un dato di cronaca entrato già nella storia: il secondo insediamento di Donald Trump. Questa mattina, sulla Stampa, Alessandro De Angelis, che pure ha una visione non lontanissima da quella della segretaria dem, ha sostenuto che la sinistra italiana, davanti al bivio della storia americana, è "stranita". E Schlein "inabissata":
Sta di fatto che, da parte della numero uno del Nazareno,
Insomma: Schlein fa poco. Troppo poco, anche per la stampa amica. Soprattutto ora che la premiata ditta Trump&Musk ha calcato la mano sul "senso comune", il vero tema per De Angelis. Anche un po' paradossalmente per la sinistra perché, ha fatto notare l'analista politico della Stampa:
Fondamentalmente per questo, per Schlein e la sinistra, mala tempora currunt. Urge reinventarsi. Anche perché ieri Giorgia Meloni, nel video laudatorio delle sue imprese all'estero, ha avuto ragione a sottolineare che è la politica estera a fare quella interna, non il contrario. Quanto a Donald Trump, festeggia ballando sul cadavere dei leoni. Letteralmente, come ieri ha testimoniato il video ripreso dal Corriere
E comunque: ieri, in occasione dei festeggiamenti per l'insediamento di Trump, la pentola a pressione dove ribolle la sinistra è stata scoperchiata da Anna Paola Concia, la quale non riveste più alcuna carica istituzionale già da un bel po' (è stata deputata per una sola legislatura, oltre dieci anni fa) ma sui social rimane una delle voci più ascoltate dal campo riformista del Pd:
Per dire la soddisfazione e il punto al quale la sinistra è arrivata: Concia, a qualche ora dal suo post, ha confidato di aver avuto "la più grande soddisfazione" della sua vita:
Libero, prevedibilmente, ci è andato a nozze: stamattina ha dedicato un'intervista alla Concia con questo titolo:
Insomma, per Elly Schlein e la sinistra, il mare è in burrasca. E le acque iniziano ad agitarsi anche in casa. Lo scorso weekend, lungo l'asse Orvieto-Milano, i due congressi dell'area più moderata del Partito Democratico hanno evidenziato un'insofferenza crescente, sebbene Schlein abbia dato mandato ai suoi di far finta di non aver sentito. Tuttavia: ieri, a SkyTg24, Romano Prodi è tornato ad alzare la voce:
Insomma: attorno alla segretaria, i punti interrogativi si stanno moltiplicando.
Lo statuto del Pd prevede che automaticamente la persona che guida il Pd è il candidato premier del centrosinistra. Ma, da Ruffini a Gentiloni, in casa dem, si è tornati anche alla vecchia abitudine di voler scovare il federatore in vitro.
Sta di fatto che la sorpresa più amara di quest'inizio 2025 per Elly Schlein gliel'ha procurata la Corte Costituzionale. La bocciatura del referendum sull'Autonomia differenziata ha scompaginato tutti i piani della segretaria dem.
Schlein voleva fondare la campagna di primavera sull'unico referendum, dei sei presi in esame dalla Consulta, capace di unire politicamente tutto il centrosinistra, da Italia Viva alla Cgil di Maurizio Landini. Ma questa strategia si è rivelata un boomerang.
Ora, il centrosinistra andrà alla ricerca disperata del quorum su temi che anziché unirlo, lo dividono. Quello sulla cittadinanza non è stato firmato dal Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte (il quale, più di Trump, poi, si dimostra preoccupato di garantire il terzo mandato di Roberto Fico candidandolo in Campania); quello sul Jobs Act, spacca il fronte riformista di Renzi, Calenda, ma anche interno al partito di Schlein con i vari Guerini, Franceschini, Bonaccini, Madia, Gori e compagnia bella che non si metteranno certo a fare campagna elettorale.
Insomma: parafrasando la battuta più famosa di "Chi ha incastrato Roger Rabbit", per Schlein potrebbe valere: "Il 2025 non è cattivo: è che lo stanno disegnando così...".