29 Jan, 2025 - 11:05

"Nightbitch": Amy Adams è la protagonista della nuova commedia della regista Marielle Heller

"Nightbitch": Amy Adams è la protagonista della nuova commedia della regista Marielle Heller


"Nightbitch", recensione

Un'ex pittrice americana ha abbandonato la sua carriera artistica di successo per fare la mamma a tempo pieno. Ma quella che inizialmente le sembrava essere la scelta migliore ha finito per schiacciarla in una routine asfissiante. Suo figlio, ancora così piccolo da non poter essere iscritto all'asilo, è divenuto la sua unica responsabilità quotidiana. Cambiando radicalmente ritmi e interessi la donna ha finito per smarrirsi, perdendo la sua identità. Ma d'improvviso un forte istinto che le parte dalle viscere le fa percepire un richiamo animalesco: notte dopo notte si sta trasformando in un cane, portandola a sfogare in branco i suoi impeti più bestiali.

"Nightbitch", critica

Come cambia la vita di una donna quando diventa madre? Di questa domanda da sempre pare che non se ne possa parlare. Negli ultimi anni, col ritorno dell'attivismo femminista, abbiamo cercato di discuterne pubblicamente con dei risultati in molti casi disastrosi. Sembra quasi che si debba mantenere un alone di mistero sui molti sconvolgimenti che entrano a far parte della quotidianità femminile quando si diventa genitore. Le madri devono custodire questo segreto anche a costo della propria salute mentale. Lo ha deciso la società che la maternità è solamente una cosa bellissima che non ha, in nessun caso, alcuna ripercussione negativa.

Superati i nove mesi di gravidanza, dove la gestante viene vista da chi la circonda come una sorta di Vergine Maria protetta e accudita come una specie in via d'estinzione, le rimangono giusto una manciata di mesi prima di diventare invisibile. Sì, perché man mano che il bambino cresce si sviluppa questa equazione secondo la quale più aumentano le difficoltà nell'essere genitrice, meno diritti hai per lamentartene. Nessuno parla di quanto sia estenuante non potersi più fare una tranquilla nottata di sonno senza essere svegliata a più riprese o senza potersi addormentare affatto. O di come allattare al seno prosciughi forze ed energie da un corpo ancora esausto, provato dal periodo gestazionale. Che quel corpo sformato dai chili di troppo, segnato dalle smagliature lungo la pancia gonfia, coi seni che dopo essersi riempiti si svuotano come due bisacce, a guardarlo allo specchio non lo riconosci più. Una volta diventata mamma, per l’opinione pubblica, perdi automaticamente il diritto di ritrovare te stessa, a piacerti ancora, a poter dormire in santa pace, a stabilire dei confini per poterti permettere di avere i tuoi spazi nell'arco della giornata.

Devi essere devota alla tua prole privandoti di tutto, anche del riposo, altrimenti sei una madre snaturata da additare come il peggior esempio di genitore al mondo. Pare che per essere ritenuta una mamma adeguata tu debba avere gli occhi cerchiati il più possibile, i tuoi vestiti debbano essere stropicciati e scelti a casaccio e i tuoi capelli debbano essere sporchi e legati in una coda disordinata. Avete mai sentito quel che si dice delle donne che, nonostante abbiano dei figli piccoli, mantengono un bell'aspetto curato? Nella nostra società sono loro le streghe da mettere a rogo.

Un'altra cosa che non viene compresa e per la quale non si prova empatia è la depressione che può colpirti dopo essere diventata madre. E non mi riferisco soltanto alla depressione post-partum, ma anche quella che può svilupparsi a distanza di qualche anno dopo aver smarrito la propria identità in una routine alienante. Rinunciare a te stessa sembra essere il prezzo da pagare se vuoi avere dei figli, ma perché? Perché tutto questo non lo si chiede agli uomini? Perché ai mariti, ai compagni, ai padri è concesso di andare a dormire in un'altra stanza quando le nottate diventano difficili? Perché loro, oltre a mantenere intatte le carriere, non devono rinunciare a serate con gli amici, trasferte di lavoro o alle tanto incriminate partite di calcetto? Perché un uomo che passa del tempo coi propri bambini scioglie a compassione chiunque come se fosse un evento straordinario e si scherza dicendo frasi tipo: “oggi fai la tata!”? Un padre che si prende cura dei propri figli non sostituisce la bambinaia, ma sta facendo semplicemente il papà. 

Avendo lavorato come baby sitter per diversi anni, ho potuto assistere in molte occasioni alle occhiate disperatamente complici che si lanciano le madri al parco o alle giostre. L'unico problema maschile in merito all'enorme terremoto che colpisce le loro compagne è il fatto che, trascurandosi, non siano più attraenti al loro cospetto. Si vittimizzano giustificando a loro stessi eventuali tradimenti o commenti disgustosi in gruppo su qualche ragazza che gli passa davanti, senza domandarsi quanto siano responsabili della trasandatezza estetica alla quale si abbandonano le loro mogli. Come poppanti ignorati dalle loro mamme, fanno dispetti e capricci come se ne avessero il diritto. A loro tutto è dovuto. Del resto, si sa, il genere femminile vive in funzione del gradimento, soprattutto sessuale, maschile (…).

È di tutto ciò che ha voluto parlare Rachel Yoder, scrittrice statunitense cresciuta in una comunità mennonita in Ohio, nel suo romanzo di esordio “Nightbitch”, pubblicato per la prima volta il 21 agosto 2021. Marielle Heller, attrice, sceneggiatrice e regista californiana quarantacinquenne, ne ha scritto e diretto l'omonimo adattamento cinematografico, presentandolo in anteprima al Toronto International Film Festival lo scorso 7 settembre. La pellicola vede Amy Adams nel ruolo della protagonista, che le ha fatto ottenere la candidatura ai prossimi Golden Globe come miglior attrice in un film commedia o musicale. La Heller, dopo cinque anni dal suo ultimo lungometraggio di successo “Un Amico Straordinario” (2019) con Tom Hanks, dirige una commedia divertente, ma a tratti anche difficile da guardare, correndo con coraggio il rischio di precipitare nei luoghi comuni, riuscendo quasi sempre a non farlo. La protagonista improvvisamente si risveglia dal torpore, che in un primo momento non le ha concesso di rendersi conto di come stesse cambiando e in una seconda fase l'ha portata a rassegnarsi al triste mutamento della sua esistenza, trasformandosi ogni notte in un cane, lasciandosi andare ai suoi istinti più primordiali e liberatori. Tramite questa metafora l'artista interiore incontra la madre e la donna, imparando a coesistere e convivere in un giusto equilibro. “Nightbitch” ci mostra anche lo smarrimento di un'unione matrimoniale, la fine di essa e il ritrovamento a distanza di un tempo che risulta purificatore e chiarificatore per entrambe le parti. Nonostante i lungometraggi caratterizzati da aspetti soprannaturali e poco plausibili nella realtà non siano di mio gusto, devo dire che invece questo mi è piaciuto. Non manca qualche piccola banalità, ma nel complesso non male. In Italia è stato reso disponile per lo streaming a partire dal 24 gennaio 2025 sulla piattaforma Disney+. Non un capolavoro, ma sicuramente un film godibile soprattutto grazie a Amy Adams. Una nota di merito speciale va alla voce che ha doppiato i gemelli Arleigh ed Emmett Snowden, che hanno interpretato a turno la parte del figlio: l'ho trovata davvero bellissima e tenera. Tre stelle su cinque.

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Marta Micales
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