A breve uscirà il libro “Scritti di storia economica: la finanza pubblica prima dell’unificazione italiana”, di Jacqueline Facconti, autrice di numerosi libri, papers e ricerche condotte. Si tratta del dodicesimo libro dell’autrice dedicato alla finanza pubblica tricolore nell’Antico Regime.
Nel mondo della finanza si sente parlare di “Spread”, termine inglese utilizzato per indicare il differenziale tra il rendimento di due valori finanziari. L’attenzione odierna degli investitori è rivolta all’andamento dello spread, ma prima dell’Unificazione d’Italia quale era l’andamento dello spread e del debito pubblico nei vari Stati dell’Italia preunitaria? Facciamo una disamina dello spread nell’Italia preunitaria, in particolare nel Regno di Napoli, nella Lombardia spagnola, nello Stato pontificio, a Roma e nel Granducato di Toscana. I policy maker e gli investitori hanno sempre gli occhi puntati sul trend dello spread, ovvero del gap di rendimento tra i Buoni del Tesoro Pluriennali (BTP) aventi una scadenza pari a 10 anni ed i titoli statali italiani rispetto a quelli di un Paese benchmark. Nel caso italiano si suole valutare il rischio finanziario facendo una comparazione con il Bund tedesco, ovvero i titoli statali emessi dalla “locomotiva” dell’Europa analoghi ai BTP emessi dal Tesoro italiano. La comparazione tra BTP italiani e Bund tedesco permette di comprendere e di valutare il sentiment dei risparmiatori di un determinato Sistema-Paese.
Fatta questa opportuna precisazione della definizione di spread quale termine finanziario e piuttosto ricorrente nell’attuale scenario macroeconomico, facciamo un “salto” nel passato e poniamoci una domanda di ricerca: “Quale era l’andamento dello spread nell’Italia preunitaria?”. Per rispondere a questo quesito e domanda di ricerca è necessario analizzare le fonti storiografiche disponibili, che comprendono carteggi, memoriali, rielaborazioni di dati presenti negli archivi storici. Colgo l’occasione per ringraziare la Biblioteca dell'Archivio di Stato di Massa e il Dipartimento di scienze sociali dell'Università degli studi di Firenze. Al centro della ricerca storico-economica c’è il binomio Stato-finanza pubblica: gli studiosi di storia economica hanno analizzato i molteplici nessi di causalità intercorrenti tra l’azione delle istituzioni pubbliche ed una pluralità di eventi di natura economica. La finanza pubblica ha correlazioni dirette ed indirette con il trend dei tassi di interesse, la circolazione della moneta, con il prelievo fiscale (imposte dirette ed indirette), la formazione del risparmio e la promozione dell’integrazione dei mercati finanziari.
Il libro sarà disponibile tra qualche giorno in tutte le migliori librerie (anche indipendenti e storiche): Feltrinelli, Mondadori, Unilibro, Ibs e tantissime altre.
L’autrice ha conseguito brillantemente la Laurea Triennale in Economia Aziendale con 110 e Lode, la Laurea Magistrale in Strategia, Management e Controllo con votazione 110 e Lode, il Master CIBA (Comunicazione, Impresa, Banca, Assicurazione), il Perfezionamento in Sviluppo Personale & Empowerment, con massima votazione e assegnazione di medaglia e validazione scientifica della dissertazione finale. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate giornalistiche del calibro di Money.it, InvestireOggi, Trend Online, Letto Quotidiano, Largo Consumo, Vita da Imprenditore, WebEconomia.it, Rivistafiscale.it, Uptrend.it, FinanzaDigitale.com, Motori.News.it, Tag.24.it, Misterfisco.it, LeZanzare e tanti altri.
Tra le pubblicazioni curate dall’Autrice meritano menzione: