10 Feb, 2025 - 15:41

Alessia Pifferi capace di intendere e di volere? Scontro in aula su una nuova perizia psichiatrica

Alessia Pifferi capace di intendere e di volere? Scontro in aula su una nuova perizia psichiatrica

Dopo il rinvio disposto il 29 gennaio scorso per problemi di salute dell'imputata, oggi, 10 febbraio 2025, il processo d'Appello a carico di Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana, abbandonandola sola in casa a Milano, è entrato nel vivo.

La difesa della 38enne ha chiesto una nuova perizia psichiatrica collegiale; poi il testimone è passato alla Procura, che si è detta "assolutamente contraria". Nel pomeriggio, è arrivata la decisione dei giudici.

Alessia Pifferi e la nuova perizia psichiatrica

L'avvocata Alessia Pontenani, che difende Pifferi, ha sempre sostenuto che la donna soffrisse di un "grave deficit cognitivo", contestando la perizia psichiatrica eseguita dal professor Elvezio Pirfo - che l'ha riconosciuta capace di intendere e di volere - perché a suo avviso "incompleta", in quanto redatta prima dell'acquisizione dei documenti scolastici della sua assistita e di una cartella delle Unità Operative di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza che la riguarda. 

Da qui la richiesta di una nuova perizia psichiatrica collegiale e di una risonanza magnetica, a cui la pubblica accusa, rappresentata dalla pg Lucilla Tontodonati, si è opposta fermamente.

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Non vi è alcuna necessità di effettuare una nuova perizia, quando ne abbiamo una che risponde ad ogni opposizione che è stata fatta,

ha dichiarato in aula, ipotizzando che Pifferi abbia volutamente "amplificato i sintomi" di sue presunte mancanze, dando dimostrazione di "un'intelligenza di condotta".

Sintomatico, secondo lei, il fatto che quando lasciò la figlia di 18 mesi da sola - per passare del tempo insieme al nuovo compagno - fornì "tre versioni diverse a tre persone diverse su dove fosse la bambina". Si tratterebbe, dunque, secondo la pg, di "una persona che si sta precostituendo una giustificazione per un comportamento che sa essere sbagliato".

A decidere se sia davvero così saranno i giudici, che hanno infine detto "sì" ai nuovi accertamenti. Il materiale prodotto finora sarebbe, dal loro punto di vista, "lacunoso e a tratti contraddittorio".

La proposta di matrimonio in carcere

Tra gli elementi su cui ci si è soffermati in aula, anche quello della proposta di matrimonio che Pifferi avrebbe ricevuto in carcere nell'agosto 2024. Secondo la difesa, il messaggio di risposta che la donna avrebbe inoltrato al mittente della missiva ("Siii [...] ma promettimi che mi tirerai fuori da qui), dimostrerebbe che "è una donna bisognosa di cure e di attenzioni costanti". E che, in quanto tale, andrebbe aiutata. Secondo la Procura, invece, farebbe tutto parte di "una lucida strategia difensiva": pertanto, ha chiesto alla Corte di non acquisire le lettere, definendole "irrilevanti". 

Il servizio mandato in onda da Mattino 5 News lo scorso 20 gennaio. 

Cosa ne pensano la madre e la sorella dell'imputata?

Anche l'avvocato Emanuele De Mitri, che rappresenta la madre e la sorella di Pifferi, parti civili nel processo, si era detto contrario all'acquisizione delle missive, così come alla nuova perizia psichiatrica. A suo dire, per giudicare l'imputata sarebbero stati sufficienti gli esami già svolti.

Inoltre, Pifferi, secondo lui, avrebbe più volte mostrato di mentire: non sarebbe vero che, come ha sempre detto, non si accorse di essere incinta (perché la madre ne era a conoscenza), né che sarebbe stata abusata, come ritiene la difesa, che ha sempre puntato il dito contro i familiari sostenendo che abbiano abbandonato sia lei che la piccola Diana, entrambe bisognose di supporto.

Accuse smentite dai diretti interessati. "Non è vero che noi non c'eravamo", ha detto la sorella ai giornalisti al termine della scorsa udienza. "Se aveva altro da fare, poteva lasciarmi la bambina".

La piccola Diana morta di stenti dopo l'abbandono in casa

Diana aveva soli 18 mesi quando, nel luglio 2022, fu abbandonata in casa per quasi una settimana dalla madre che, al ritorno, la trovò senza vita sul lettino da campeggio in cui l'aveva adagiata, lasciandole un solo biberon di latte. 

Fu la vicina di casa a dare l'allarme. Gli agenti che per primi entrarono nell'abitazione della donna a Milano hanno raccontato nel processo di primo grado che il suo frigo era praticamente vuoto, ma che, in compenso, c'erano decine di abiti da sera in casa.

Secondo le ricostruzioni, Pifferi aveva lasciato la piccola da sola già altre volte: i giudici l'hanno condannata all'ergastolo per omicidio volontario pluriaggravato, senza attenuanti. Nelle motivazioni scrivono che "era consapevole del rischio che la figlia potesse morire di stenti". La nuova perizia potrebbe ora cambiare tutto. L'incarico verrà affidato ai nuovi periti il 28 febbraio. 

Caso Pifferi, una breve sintesi

  • Richiesta di nuova perizia psichiatrica: è ripreso oggi, 10 febbraio 2025, il processo d'Appello a carico di Alessia Pifferi. La difesa ha richiesto una nuova perizia psichiatrica collegiale; la Procura si è opposta, ma i giudici hanno deciso comunque di procedere con i nuovi accertamenti.

  • Proposta di matrimonio in carcere e accuse di strategia difensiva: tra le questioni affrontate in aula, quella di una proposta di matrimonio arrivata a Pifferi in carcere. Secondo la difesa, la risposta della donna sarebbe un segno del suo bisogno di aiuto; l'accusa ritiene però che sia tutto frutto di una strategia difensiva.

  • Condanna e possibile revisione: per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, in primo grado Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo. La nuova perizia psichiatrica potrebbe ora cambiare tutto. 

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Sara D'Aversa
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