Un anno fa, Giovanni Barreca confessava, in una telefonata ai carabinieri, di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel, di 16 e 5 anni, nella villetta di famiglia ad Altavilla Milicia, fuori Palermo. Recentemente, il gip ha rinviato a giudizio lui e i due conoscenti Sabrina Fina e Massimo Carandente, a loro volta accusati di aver condotto il rito esorcistico. Ecco cosa ne sappiamo e i dubbi ancora da chiarire.
"Buonasera, mi devo consegnare, perché...pure che ve lo dico non mi credete, ve lo dico lo stesso, poi come volete fare... credere non credere... Quando uno vuole fare la volontà di Dio, gli spiriti si ribellano", sono state le prime parole affidate ai carabinieri da Giovanni Barreca.
Era da poco passata la mezzanotte dell'11 febbraio 2024 e l'uomo confessava di aver ucciso la moglie Antonella Salamone, 41 anni, e i due figli minori Kevin ed Emmanuel, di 16 e 5 anni, perché convinto che fossero "posseduti dal demonio". "Ho lasciato mia figlia a casa", aggiungeva.
Poco dopo, una pattuglia lo avrebbe raggiunto a Casteldaccia, mentre un'altra si sarebbe recata nell'abitazione di famiglia ad Altavilla Milicia, scoprendo i corpi senza vita dei due figli, con segni di indicibili torture, e trovando l'unica figlia viva, sotto shock, in camera da letto.
Il cadavere di Salamone sarebbe stato trovato diverse ore dopo, carbonizzato, sotto un cumulo di terra in giardino. Dalle indagini sarebbe emerso che era stata la prima a morire, venendo uccisa e poi data alle fiamme. Ma anche che, in quei momenti, Barreca e la sua famiglia non erano soli.
A dare impulso alle indagini è stata la confessione della figlia 17enne di Barreca, Miriam. "Hanno fatto un esorcismo, c'era Satana in casa", aveva raccontato subito dopo i fatti agli inquirenti, facendo il nome di Sabrina Fina e Massimo Carandente, i due "fratelli di Dio" che si erano trasferiti in casa sua.
"Avevano ragione loro, abbiamo fatto del bene", aveva aggiunto, senza mostrare alcun segno di pentimento. "La ragazza ha partecipato alle torture ai danni dei propri familiari", aveva confermato il procuratore di Termini Imerese, definendola di "non comune intelligenza e sensibilità".
Il servizio di Rita Pedditzi mandato in onda da Radio1 Rai il 16 febbraio 2024.
Secondo le ricostruzioni, se avesse voluto, avrebbe potuto allertare le autorità: sembra infatti che gli adulti presenti le avessero dato in custodia tutti i cellulari e che lei, per tutto il tempo, si sarebbe tenuta in contatto con delle sue amiche.
La minorenne è accusata di concorso in omicidio dalla Procura per i Minori, che ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la sua capacità di intendere e di volere. Stessa cosa ha fatto la Procura ordinaria per il padre, che ora è in attesa che la Cassazione si esprima sulla sua imputabilità, dopo che il tribunale del Riesame ha annullato la decisione del giudice, che l'aveva ritenuto incapace di intendere e di volere e ne aveva disposto la scarcerazione.
Il suo avvocato, Giancarlo Barracato, sostiene che durante il rito culminato negli omicidi fosse "come imbambolato", "in preda a un delirio mistico" e accusa gli ormai ex coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente - che aveva conosciuto in una chiesa evangelica - di averlo "soggiogato". Loro si sono sempre proclamati innocenti. "Hanno ribadito di essersi recati ad Altavilla solo per pregare", hanno fatto sapere i loro legali, smentendo le voci su presunti fini economici.
Una circostanza che non ha impedito al gip Gregorio Balsamo di rinviarli a giudizio, insieme a Barreca, per omicidio volontario e occultamento di cadavere. "Chiediamo giustizia per i nostri nipoti e per nostra figlia e non ci fermeremo", dicono i genitori e i fratelli di Antonella Salamone, che si sono costituiti parte civile nel processo. La loro speranza è che sulla vicenda venga fatta pienamente luce.