Nel 2024 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 108/2024, che ha introdotto un nuovo sistema di accertamento fiscale, sostituendo il precedente "redditometro". Le modifiche apportate all'art. 38 del D.P.R. 600/1973 hanno reso più rigorosa la normativa sugli accertamenti sintetici.
In particolare, la Corte di Cassazione, nell'Ordinanza n. 2384 del 31 gennaio 2025, ha chiarito che, nel contesto di un accertamento fiscale, è onere del contribuente fornire la prova della provenienza lecita delle somme utilizzate per le proprie spese.
Come riportato da Fisco Oggi, sebbene non sia richiesto di dimostrare l'effettivo impiego delle risorse per le spese contestate, il nuovo sistema di accertamento sintetico prevede che il contribuente debba presentare documentazione adeguata che attesti l'origine legittima del denaro. Ciò implica la necessità di fornire indizi o elementi che rendano verosimile la provenienza lecita delle somme stesse.
L'accertamento sintetico si basa sulla valutazione dei redditi dichiarati e dei parametri relativi al tenore di vita del contribuente. La procedura semplificata prevede l'avvio del controllo fiscale qualora emergano incoerenze tra le spese sostenute e i redditi dichiarati.
Ad esempio, l'acquisto di beni di lusso od ornamentali, come un'automobile di alta gamma, può essere considerato un indicatore di un tenore di vita superiore rispetto ai redditi dichiarati. In questi casi, il fisco può avviare l'accertamento per verificare eventuali discrepanze.
In particolare, la norma richiamata per gli accertamenti sintetici si ispira al sistema del redditometro, che confronta il reddito dichiarato con le spese del contribuente, basandosi su parametri standardizzati. Tuttavia, il sistema del redditometro è stato oggetto di critiche per la sua rigidità e per la scarsa flessibilità nei parametri utilizzati.
A questo proposito, la Corte di Cassazione, nelle sentenze n. 4492/2022 e n. 16433/2021, ha sottolineato che, in presenza di un accertamento fiscale, il contribuente è tenuto a dimostrare non solo di possedere la disponibilità economica sufficiente a giustificare le spese contestate, ma anche di aver utilizzato tali risorse per sostenere le spese in questione, e non per altri scopi, come ad esempio risparmi o investimenti.
Nel caso specifico, in un accertamento fiscale, il contribuente deve difendersi giustificando una spesa sostenuta in relazione a un reddito dichiarato. Non è tenuto a fornire una prova diretta che ogni singola spesa sia stata pagata con specifici fondi, come ad esempio un trasferimento bancario per ogni acquisto, ma deve fornire prove indirette che suggeriscano che le risorse per la spesa provengano da fonti lecite, come risparmi precedenti o redditi già tassati.
Si richiede, altresì, che il contribuente non debba fornire per ogni singola spesa una prova specifica e dettagliata, ma deve fornire delle prove certe, credibili e plausibili.
Pertanto, il contribuente deve provare che nel periodo delle spese effettuate non c'è stata interruzione o sospensione della disponibilità economica. Come sottolineato dalla Cassazione nelle sentenze n. 4492/2022, n. 16433/2021, n. 14068/2020 e n. 7389/2018, è indispensabile che il contribuente dimostri la continuità temporale della disponibilità delle somme nel periodo delle spese effettuate, escludendo periodi in cui il denaro non fosse disponibile.
Le nuove regole dell'accertamento fiscale prevedono l'avvio di un controllo se il reddito complessivo accertabile eccede di almeno un quinto quello dichiarato, oppure se il reddito accertato risulta essere superiore almeno dieci volte l'assegno sociale annuo, che nel 2024 ammonta a circa 70.000 euro.
Nell'ipotesi di un accertamento fiscale per discrepanza tra reddito dichiarato e spese sostenute, il contribuente deve fornire prove che escludano la provenienza delle spese da fonti non tassabili, come redditi esenti, redditi soggetti a ritenuta alla fonte, o comunque esclusi dalla formazione della base imponibile, o da soggetti diversi dal contribuente stesso.
Come sottolineato da Quotidiano Più, il nuovo sistema di accertamento sintetico richiede al contribuente di fornire prove adeguate che attestino la provenienza lecita delle somme utilizzate per le spese sostenute, al fine di giustificare eventuali incongruenze tra reddito dichiarato e tenore di vita.