Sono trascorsi ventisei anni dalla scomparsa di Bruno Leal da Silva, avvenuta a Iambè, in Brasile, il 10 luglio 1999.
Quel sabato, il bambino si allontanò dalla propria abitazione, una casa sulla spiaggia di Imara, per spegnere le luci delle case di cui si occupava la sua famiglia.
Pochi minuti dopo, si sarebbe dovuto recare dal padre ad Atlântida Sul, in bicicletta. Quest'ultima fu ritrovata sul ciglio della strada.
Di lui, però, nessuna traccia. Fu l'inizio di un mistero carico di domande, ma privo di risposte.
La polizia di Imbé arrestò e incriminò un sospettato, accusato della morte del bambino, di soli nove anni all'epoca dei fatti.
L'intenso lavoro investigativo giunse però a una fase di stallo: il corpo di Bruno non fu mai ritrovato e, di conseguenza, non eistevano prove della materialità del crimine.
Nei pressi della bicicletta abbandonata dal bambino furono rinvenuti segni riconducibili al passaggio di un'automobile, suggerendo sin dall'inizio l'ipotesi di un rapimento.
Negli anni successivi alla sparizione, un uomo contattò i familiari di Bruno, dichiarando di essere un chiaroveggente e di aver precepito la presenza del bambino.
Il medium divenne in breve tempo il princiape sospettato della scomparsa, tanto che le autorità aprirono un'indagine nei suoi confronti.
Accanto alla sua automobile furono rinvenuti segni compatibili con un urto contro una bicicletta dello stesso colore di quella del ragazzino.
Durante le ricerche, le forze dell'ordine trovarono una statua e un foglio con il nome "Bruno" scritto numerose volte: l'ipotesi di un rituale di magia nera si faceva sempre più vicina.
Nella casa di un sospettato furono ritrovati due passaporti: uno appartenente a una donna italiana, l'altro a una di nazionalità tedesca.
Entrambe sono rimaste nell'abitazione dell'uomo per cinque giorni, lo stesso periodo della scomparsa di Bruno.
Per la madre, una delle maggiori ipotesi più accreditate per la sparizione del ragazzino era il traffico d'esseri umani, nello specifico di bambini.
Furono arrestate in totale sette persone e, nonostante gli interrogatori, nessuno ha mai rivelato nulla sul caso.
L'invito è di tenere gli occhi aperti ovunque, nelle principali città del mondo. Se ancora in vita, Da Silva potrebbe trovarsi in qualsiasi luogo.
Nonostante il passare degli anni, la speranza della madre di ritrovare l'amato figlio Bruno sano e salvo è un desiderio più vivo che mai.
Nel 2019 il DNA della donna è stato raccolto e registrato all'interno della banca dati internazionale, nell'attesa di possibili riscontri.
Se il ragazzo, oggi 34enne, dovesse sottoporsi a test genetici per motivi di salute, il suo profilo potrebbe essere memorizzato, identificato e rintracciato, ponendo fine all'incubo vissuto dai genitori.
Sui social network, la madre di Bruno Leal da Silva ha pubblicato un identikit che rappresenta il potenziale aspetto del figlio oggi.
Nell'immagine, il giovane appare con capelli lunghi e biondi, senza barba, corporatura magra e occhi neri.
Chiunque avesse informazioni utili sul caso, anche risalenti al passato, è invitato a contattare tempestivamente le autorità brasiliane.
Un altro caso analogo si è verificato dall'altra parte del mondo, più precisamente in Messico.
Un altro ragazzo, Guillermo Méndez Rodriguez, è scomparso da Tlaquepaque l'11 ottobre 2024.
Ha solo quindici anni e, da ormai quattro mesi, ha interrotto le comunicazioni con amici, conoscenti e la madre, quest'ultima distrutta dal dolore.
La donna teme il peggio e si appella alle autorità messicane nella speranza di proseguire le ricerche del figlio minorenne.
Le ricerche sono attualmente in corso e non è stato possibile tracciare l'adolescente, in quanto il suo smartphone risulta spento.
La possibilità di localizzarlo mediante GPS, uno degli strumenti più efficaci per rintracciare persone scomparse in circostanze allarmanti, resta una strada percorribile, ma al momento non sono stai individuati segnali utili alla sia individuazione.