Immaginatevi di venire svegliati domani mattina da un popolo straniero che vi dice che dovete abbandonare la vostra casa, la vostra terra, perché il territorio sul quale siete nati e cresciuti in realtà gli appartiene, in nome di una presunta promessa fatta loro da Dio. Questo è più o meno quel che è accaduto in Palestina nel ‘900 subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, fino ad arrivare al 14 maggio del 1948 quando l’ONU ha ufficializzato la nascita dello Stato di Israele consegnato in mano ai sionisti. Il resto è storia e oggi probabilmente quasi tutti nel mondo hanno sentito parlare del conflitto israelo-palestinese.
Ma la brutalità del governo di Netanyahu si sta spingendo ben oltre l’oscenità del genocidio; le azioni sadiche, prepotenti, diaboliche, di tortura dei criminali di guerra israeliani, ai danni finanche dei bambini più piccoli, fa inevitabilmente sorgere un paragone con nazisti. Uno dei soprusi più insopportabili avviene da anni sul confine sud della Cisgiordania, precisamente sul territorio che molti conoscono come Masafer Yatta, dove sorgono circa 19 villaggi palestinesi ad economia agricola e pastorale. Peccato che Israele abbia deciso da quarantanni che anche quel pezzo di terra gli appartenga e che gli spetti per farne una base di addestramento militare. Ecco quindi che ogni nuova casa edificata viene letteralmente distrutta dall’esercito israeliano con disprezzo, meschinità e sadismo, cercando di spingere i suoi abitanti ad emigrare altrove.
Ed è proprio questo che ha voluto raccontarci Basel Adra, nato in uno di quei villaggi nel 1996, insieme al giornalista israeliano Yuval Abraham nel documentario “No Other Land” girato, tra il 2019 e il 2023, per mostrare integralmente le ingiustizie commesse da parte dei militari sionisti. A unirsi alla regia anche il palestinese Hamdan Ballal e la regista israeliana Rachel Szor. Oltre al girato in fase di produzione sono stati aggiunti molti video fatti negli anni precedenti da Basel e dai suoi cari con i cellulari e videocamere amatoriali. Candidato agli Oscar 2025 come miglior documentario, “No Other Land” è un racconto fedele e intimo non soltanto della violenza, ma anche della quotidianità e di uno stile di vita agreste e minimale di una parte spesso taciuta della resistenza palestinese. Girato in condizioni di estremo pericolo, è uno spettacolo crudo e sofferto di cui purtroppo abbiamo ancora troppo bisogno. Quattro stelle su cinque.