04 Mar, 2025 - 16:02

L’obesità non è un problema legato (solo) al cibo. Soldi, famiglia e istruzione sono fattori determinanti

L’obesità non è un problema legato (solo) al cibo. Soldi, famiglia e istruzione sono fattori determinanti

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’obesità non può più considerarsi una patologia del singolo quanto una malattia sociale, risultato di fattori ambientali e socioeconomici che producono determinate abitudini alimentari e specifici stili di vita su scala globale.

I fattori economici

I poveri si ammalano di cibo, e questo è stato confermato da diversi studi in ambito scientifico e medico che evidenziano il gap esistente chi ha una maggiore disponibilità economica, che riesce a vivere più a lungo e in salute facendo della sana alimentazione un vero e proprio investimento, e chi invece fa parte di classi più modeste, spesso costretto a ripiegare su cibi più economici e facili da reperire.
Cibi a lunga conservazione come biscotti, pasta, prodotti da forno, affettati in vaschetta, e prodotti raffinati come cornetti, tramezzini, merendine, chips e snack salati, sono estremamente “gratificanti” e soprattutto molto economici. L’industria alimentare punta sulla produzione di queste tipologie di prodotti che finiscono maggiormente sulle tavole di persone che non possono permettersi dei prodotti più ricchi di nutrienti, anche in virtù del livello di istruzione e di consapevolezza di determinati gruppi sociali.
Non si tratta solo di una questione di ceto sociale però. In Italia ad esempio, paese simbolo della Dieta Mediterranea, il cibo più facilmente accessibile per tutti, che sia al bar, in una tavola calda, durante un incontro di lavoro o al ritorno a casa dopo una giornata è spesso quello meno salutare. Si tratta di alimenti precotti, processati, ricchi di zuccheri e additivi, che ne garantiscono una lunga conservazione, ma che sono dannosi per la salute.


Il livello di istruzione

Secondo diversi studi la percentuale di obesità varia a seconda del livello di istruzione: redditi medio alti abbassano la percentuale di incidenza, mentre l’incidenza di individui obesi è nettamente più elevata tra gli individui che possiedono solo un’istruzione elementare. Questa correlazione si deve ad una serie di fattori tra cui una minore consapevolezza rispetto al mangiare sano, bassi livelli di reddito legati al percorso di studi e maggiori difficoltà ad accedere all’assistenza medica.
Questa correlazione risulta più presente inoltre nel genere femminile. Non è un mistero che le donne vengano in media pagate il 20% in meno rispetto agli uomini, e questo gender pay gap influisce sulle possibilità delle donne di accedere ad un’alimentazione sana. Inoltre le donne che soffrono di obesità guadagnando in media circa il 10% in meno rispetto alle loro coetanee più magre, vivendo paradossalmente una doppia discriminazione: di genere e intra-genere.


Il retaggio familiare

Secondo uno studio condotto dalla Sapienza Università di Roma, in contesti familiari in cui i genitori, soprattutto la madre, soffrono di obesità o sono anche solamente in sovrappeso, aumenta il rischio per i figli di sviluppare questa patologia, come risultato di una cultura familiare del cibo sbagliata. Inoltre vivere in una famiglia con un solo genitore o avere un reddito basso, influenzano notevolmente il sovrappeso e l'obesità nei bambini.


I fattori sociali

Il cibo e l’alimentazione vengono inquadrati in maniera paradossale nel nostro tempo, perché viviamo in una società che glorifica ancora la magrezza e promuove un’ideale di forma fisica che non è oggettivamente raggiungibile da tutti. Viviamo in un vortice di obblighi e modelli sociali malati che ci lascia pochissimo spazio e tempo anche solo per mettere in dubbio le nostre abitudini alimentari. 

I centri delle grandi città continuano poi a riempirsi di fast food e ristoranti che promuovono un concetto sbagliato di consumo di cibo: un consumo veloce, economico, fatto di cibo estremamente grasso e processato. E questi locali continuano a moltiplicarsi anche in virtù del fatto che i prodotti che producono sono pieni di zuccheri, sale e additivi, i quali inducono una vera e propria dipendenza nel consumatore, che lo spinge a mangiarne sempre di più, in un circolo vizioso fatto di necessità, facilità di reperimento, costi bassi e gratificazione personale. Oggi 4 marzo è la Giornata mondiale dell’Obesità, ed è importante ragionare sui fattori che concorrono a rendere così pervasiva questa patologia.

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Chiara Cipolloni
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