Qualcuno nel Pd starebbe boicottando il campo largo dall’interno? Ne è convinto l’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che lo ha dichiarato a chiare lettere in un’intervista al Corriere della Sera.
L’ex parlamentare del Partito Democratico – ora capogruppo dell’opposizione al Consiglio Regionale della Liguria, vicinissimo alla segretaria Elly Schlein - invece, è tra i più convinti sostenitori della via unitaria. Il ‘testardamente unitari’ che vorrebbe tenere insieme Pd, M5s, Avs e Italia Viva.
A creare attriti all’interno del partito questa volta è stata la scelta della segretaria Pd di inviare una delegazione alla manifestazione del Movimento 5 Stelle contro il riarmo europeo, risultata indigesta a molti.
Un atto d’accusa chiaro quello di Andrea Orlando quando parla di un "insistente boicottaggio da pezzi del Pd”. A chi si riferisce l'ex ministro dem?
Sabato 5 aprile, il processo di costruzione del campo largo di centrosinistra è entrato in una nuova fase. Giuseppe Conte con il suo Movimento 5 Stelle ha portato in piazza 100mila persone al grido ‘No alle Armi”.
A quella manifestazione c’erano i leader degli altri partiti del campo largo, tra cui Angelo Bonelli e Nicola Fraotianni. Non c’era, però, la segretaria del Pd Elly Schlein che, invece, ha mandato una delegazione. Il motivo è evidente: evitare di aggravare la spaccatura all’interno del partito, dove sul tema del riarmo europeo gli animi sono molto divisi.
Eppure, anche la sola presenza di una delegazione ha scontentato l’ala più critica del partito quella, per intenderci, che al Parlamento Europeo ha votato l’appoggio al ReArm Eu proposta da Ursula von der Leyen.
L’alleanza con Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle non è mai piaciuta e continua a non piacere, soprattutto adesso che, dopo l’exploit di sabato, comincia a fare paura in ottica leadership.
ha dichiarato l’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando che ha criticato le parole di molti esponenti del suo partito circa la presenza del PD nella piazza del Movimento 5 Stelle.
Per Orlando l’obiettivo è quello di esasperare la distanza con i pentastellati senza, però, un’alternativa.
Un atto d’accusa molto chiaro e circostanziato quello dell’esponente della segreteria democratica che, pur non facendo nomi e cognomi, sembra avere destinatari precisi.
Per individuare i possibili bersagli delle parole di Andrea Orlando non è necessario andare molto lontano, basta ritornare a due sabati fa e al parterre del congresso romano di Azione. In prima fila ad applaudire all’attacco di Carlo Calenda al Movimento 5 Stelle, c’erano nomi illustri del partito come Pina Picierno e Paolo Gentiloni.
Non sono un segreto per nessuno, infatti, i dubbi di una certa parte del Pd sull'alleanza con il partito di Giuseppe Conte.
E’ proprio Pina Picierno ha criticato aspramente la manifestazione organizzata da Giuseppe Conte, e di conseguenza la scelta del PD di essere presente seppur con una delegazione e senza l’intervento della segretaria.
Nei titoli del Tg del primo canale di Stato russo si rivendica che in questi giorni in Italia ci sarebbe stata una ribellione contro l’Unione Europea.
— Pina Picierno (@pinapic) April 6, 2025
Ricordarsi sempre che l’ambiguità è sempre il miglior vettore per le azioni ibride contro il nostro Paese e non aver… https://t.co/ZWQRGEkSc6
Scrive la vicepresidente del Parlamento Europeo sui suoi canali social all’indomani della manifestazione di Roma contro le armi, sottolineando l’ambiguità nei confronti del sostegno all’Ucraina e alla condanna a Putin.
L’altro PD, quello che non è d’accordo con la linea del Movimento 5 Stelle è sceso in piazza il giorno dopo a Bologna. In collegamento c’è stato anche il padre storico dei democratici, Romano Prodi.
L’opposizione interna al progetto di un campo largo con il Movimento 5 Stelle esiste, e con il passare dei giorni e delle settimane acquista sempre più vigore, in proporzione diretta alle prese di posizione di Giuseppe Conte contro il riarmo.