Francesco Totti è volato a Mosca, accompagnato dal figlio Cristian, per prendere parte a un evento che, ancora prima del suo inizio, ha già fatto molto discutere. Appena atterrato, è stato accolto da numerosi cartelloni pubblicitari che tappezzano la città, con la sua immagine iconica di spalle e la maglia numero dieci della Roma. La scena ha generato reazioni contrastanti: da una parte l’entusiasmo dei fan russi, dall’altra le critiche sollevate in patria per la sua scelta di recarsi in Russia in un momento così delicato sul piano internazionale.
Sui social, in TV e sui giornali, il dibattito si è acceso molto velocemente: è giusto che una figura simbolica dello sport italiano accetti di partecipare a un evento in un Paese sotto pesanti sanzioni internazionali? La sua scelta è stata letta da alcuni come una forma di legittimazione del regime russo, nonostante Totti abbia più volte dichiarato la sua totale estraneità alla politica. L’ex capitano della Roma, infatti, ha ribadito che il suo ruolo è quello di “ambasciatore dello sport” e che continuerà a promuovere i valori sportivi ovunque venga invitato. Le sue parole, però, non sono bastate a fermare le critiche.
Il motivo ufficiale del viaggio di Totti è la sua partecipazione come ospite d’onore all’International RB Award, una cerimonia sportiva organizzata dal sito russo "Bookmaker Rating", una delle principali piattaforme di informazione sulle scommesse sportive in Russia. L’evento si tiene al Palazzo di Ginnastica Irina Viner di Novogorsk, poco fuori Mosca, ed è pensato per riunire i principali attori del settore sportivo, economico e mediatico con lo scopo di premiare le migliori aziende nel campo del betting.
Giunta alla sua sesta edizione, la cerimonia sta cercando di espandere la propria visibilità internazionale, motivo per cui è stato scelto un nome di spicco come Totti. Secondo il direttore generale di Bookmaker Rating, Asker Tkhalidzhokov, la decisione di puntare sull’ex numero dieci giallorosso è nata dal suo enorme carisma e dalla potenza simbolica della sua figura. A detta degli organizzatori, Totti rappresenta una “figura universale dello sport” e la sua identificazione con Roma, città con cui Mosca ha da sempre un forte legame simbolico, essendo soprannominata “la Terza Roma”, ha reso la sua presenza particolarmente significativa.
Non è la prima volta che Totti si reca in Russia per eventi sportivi: già nel 2021 fu invitato con Ilary Blasi e i figli dal Ministero del Turismo russo per promuovere iniziative legate allo sviluppo del calcio. Tuttavia, all’epoca, il contesto internazionale era molto diverso e la sua visita non sollevò alcuna controversia.
Oltre al significato simbolico, ciò che ha alimentato ulteriormente il dibattito è l’aspetto economico dell’operazione. Secondo quanto riportato da numerosi quotidiani, la presenza di Totti non è affatto gratuita. Sebbene i dettagli ufficiali non siano stati resi noti, fonti vicine agli organizzatori parlano di un compenso a sei zeri.
Asker Tkhalidzhokov ha confermato che si tratta del cachet più alto mai versato nella storia del premio, definendo Totti “l’ambasciatore più costoso che abbiamo mai avuto”. Questo dettaglio ha contribuito a far crescere la percezione che, dietro le nobili intenzioni dichiarate, ci sia anche una forte componente economica che ha pesato nella scelta dell’ex calciatore. Il fatto che siano stati considerati anche altri nomi di spicco come Ronaldinho e David Beckham, poi scartati, testimonia quanto strategica sia stata la scelta finale di puntare su una figura italiana, amata a livello globale ma anche percepita come più “neutrale” rispetto ad altri ambasciatori potenziali.
Le polemiche sulla partecipazione di Francesco Totti all’International RB Award non sembrano destinate a spegnersi presto. Da un lato, c’è chi difende la sua libertà di agire come uomo di sport, sottolineando come la sua attività consista nel promuovere valori sportivi e non nel fare politica. Dall’altro, c’è chi ritiene che oggi più che mai anche le figure pubbliche debbano essere consapevoli del contesto in cui operano, perché ogni scelta – anche se fatta in buona fede – ha conseguenze simboliche e comunicative importanti.