Alle 15 in punto il Penzo ha ospitato una gara che, sulla carta, sembrava avere un esito già scritto. Il Monza, forte di una situazione di classifica tranquilla, arrivava a Venezia con l’obiettivo di non fare brutta figura e concludere la stagione dignitosamente. Dall'altra parte, i padroni di casa avevano tutte le pressioni addosso, per una partita che era impossibile da sbagliare.
La tensione si percepiva nell’aria: tra chi sperava in un segnale di vita da parte dei lagunari e chi temeva di assistere all’ennesima prova opaca di una squadra che non riesce proprio a mettere il pallone in porta. Alla fine, il campo ha premiato la grinta del mister, che ha avuto il coraggio di azzardare coi cambi.
Per comprendere il peso del risultato ottenuto dal Venezia bastano i numeri: i lagunari non vincevano una partita di campionato da ben 14 turni, un’eternità, soprattutto per una neopromossa che già sapeva di dover lottare con le unghie e con i denti per mantenere la categoria. Otto pareggi e sei sconfitte hanno scandito un calvario iniziato dopo la vittoria interna contro il Cagliari del 22 dicembre, un 2-1 che allora sembrava un segnale di rinascita e che invece è rimasto a lungo l’ultima gioia.
In questi mesi il Venezia è affondato lentamente, pagando una fase difensiva troppo fragile e una sterilità offensiva disarmante. Contro il Monza, però, qualcosa è cambiato. Eusebio Di Francesco ha finalmente trovato la chiave giusta per sbloccare una squadra che sembrava psicologicamente esaurita. Decisivi i cambi nella ripresa, in particolare l’ingresso del ceco Tomas Fila, autore del gol vittoria: una spaccata da due passi su cross di Ellertsson, per il primo centro in Serie A dell’attaccante.
Con questo successo il Venezia sale a quota 24 punti, raggiungendo l’Empoli e riaprendo clamorosamente la corsa salvezza. Il 17º posto, occupato al momento dal Lecce a 26 punti, è ora distante solo due lunghezze, e i salentini devono ancora scendere in campo. I giochi, insomma, sono tutt’altro che chiusi. Il risultato di oggi ha un impatto emotivo e simbolico fortissimo: non solo per l’aritmetica, ma per il modo in cui è arrivato.
I lagunari hanno saputo soffrire nei primi minuti, con Radu miracoloso su Mota, per poi prendere progressivamente il controllo del match. Hanno rischiato su una traversa colpita da Nicolussi Caviglia e una girata di Marcandalli, ma non hanno mai mollato mentalmente. Nella ripresa la squadra ha approfittato dei guai fisici del Monza, costretto a sostituire prima Keita Balde e poi Izzo, perdendo due pezzi fondamentali. Di Francesco ha avuto il coraggio di cambiare volto alla squadra con l’inserimento di forze fresche, e la mossa ha pagato. Il gol di Fila ha mandato in estasi il Penzo, che ha finalmente potuto esultare dopo mesi di frustrazioni.
Il successo contro il Monza potrebbe rappresentare molto più di tre punti. È una dichiarazione di intenti, un segnale di vita, un atto di ribellione a un destino che sembrava già scritto. Ma ora viene il difficile. L’espulsione ingenua di Fila nel finale complica le prossime scelte di Di Francesco in attacco, e il calendario non sarà indulgente. Ma c’è qualcosa di nuovo nell’aria: la squadra ha finalmente mostrato grinta, organizzazione e, soprattutto, la capacità di concretizzare. Turati ha dovuto salvare più volte il Monza nella ripresa, soprattutto su un’altra punizione magistrale di Nicolussi Caviglia, che ha sfiorato il 2-0.
Il Monza, invece, è apparso in netto calo e poco lucido nel finale, incapace di reagire anche in superiorità numerica. Per il Venezia non è ancora il momento dei bilanci, ma è lecito parlare di svolta. La Serie A non aspetta nessuno, e da oggi in poi ogni punto sarà una battaglia. Ma se il Venezia ha ancora fame, allora tutto è possibile. La salvezza, improvvisamente, non è più solo un sogno.