16 Apr, 2025 - 15:03

Bodo Glimt, i capitolini le prede preferite: con Lazio e Roma i norvegesi non hanno mai perso in casa

Bodo Glimt, i capitolini le prede preferite: con Lazio e Roma i norvegesi non hanno mai perso in casa

È vero, fino ad ora i "gialli" norvegesi non hanno incrociato spesso le squadre della capitale, ma quando è successo non è finita sempre nel migliore dei modi. Ne abbiamo avuto l'esempio con l'ultimo match disputato dalla Lazio di Baroni in terra nordica. Una sconfitta che però non è cocente, a cui si può trovare un rimedio.

Ma nel corso della storia recente la formazione di Bodø ha saputo fare molto male alle squadre della capitale, soprattutto alla Roma di Mourinho, che qualche anno fa ha incrociato i norvegesi più di una volta nelle competizioni europee. C'è soprattutto un dato statistico che sorprende in questa vicenda: il Bodø/Glimt non ha mai perso in casa contro le romane, ma in trasferta ha lasciato più di qualche occasione di rimonta.

Bodø/Glimt: mai perso in casa contro Lazio e Roma

Era il 21 ottobre del 2021: alla guida della Roma c'era José Mourinho. Quella sera il gelo della Norvegia arrivò fino alla capitale. Difficile che i tifosi dei giallorossi possano dimenticare quel match, soprattutto perché si tratta di una delle disfatte più dolorose nella storia dei capitolini. Sei i gol rimediati dai norvegesi, che alimentarono numerosi dubbi sulla guida tecnica del mister portoghese. Ma su questo ci torniamo dopo.

A sorprendere ancora di più fu la vittoria della Conference League da parte della Roma quell'anno, che nella fase a eliminazione diretta incontrò di nuovo i norvegesi e ottenne la vendetta con un sonoro 4-0 tra le mura dell'Olimpico.

La scorsa settimana è toccato anche alla Lazio, che ha subito per tutto il match il dominio dei nordici, e alla fine il match è terminato 2-0.

Bodø/Glimt-Roma 6-1: una delle disfatte più dolorose nella storia dei giallorossi

Il 21 ottobre 2021, nel freddo estremo di Bodø, in Norvegia, la Roma visse una delle serate più nere della sua storia calcistica. In quella che doveva essere una semplice tappa del cammino in Conference League, i giallorossi guidati da José Mourinho subirono una sconfitta devastante per 6-1 contro un Bodø/Glimt incontenibile, capace di dominare la gara dal primo all’ultimo minuto.

Fin dai primissimi scambi, la superiorità dei norvegesi fu evidente: Botheim aprì le marcature all’8’, seguito dal raddoppio di Berg al 20’. La Roma provò a reagire con il gol di Carles Perez sul finire del primo tempo, ma nella ripresa fu travolta da un’autentica ondata giallonera. Ancora Botheim, una doppietta di Solbakken e il sigillo finale di Pellegrino completarono un risultato che suonò come una sentenza.

Mourinho, che aveva optato per un turnover massiccio, nove cambi rispetto alla formazione vista contro il Torino, pagò a caro prezzo una scelta che si rivelò fallimentare. Di fronte a 400 tifosi romanisti che avevano sfidato il gelo per sostenere la squadra, la Roma offrì una prestazione senza anima, identità o reazione.

Fu quella la prima sconfitta nella neonata Conference League, ma il peso di quella disfatta andò ben oltre il risultato: arrivata pochi giorni dopo la delusione contro la Juventus in campionato, la debacle norvegese mise a nudo crepe profonde nel progetto tecnico e caratteriale della squadra. Se la sconfitta contro i bianconeri aveva fatto male, quella contro il Bodø/Glimt fu un’umiliazione vera e propria.

A distanza di anni, quella serata è ancora impressa nella memoria dei tifosi come uno dei momenti più umilianti del percorso europeo della Roma, una caduta fragorosa che rimane una ferita aperta nella storia recente del club.

La chiave per battere i norvegesi

Fin qui i norvegesi hanno mostrato più di qualche punto debole: gli uomini di Knutsen fanno del loro stadio un fortino inespugnabile, ma fuori dalle mura amiche possono essere gestiti molto più facilmente. Domani la Lazio ha l'occasione di sfruttare questo dato per rimontare il 2-0 dell'andata.

Dunque, sarà certamente una partita difficile da gestire, ma non un'impresa.

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Luca Liaci
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