Cissy Houston, pseudonimo di Emily Drinkard, è stata una delle voci più autorevoli della musica gospel americana e la matriarca di una delle famiglie più influenti della musica soul e pop internazionale. Nota al grande pubblico soprattutto per essere la madre della superstar Whitney Houston, la sua vita è stata segnata da una straordinaria carriera musicale, da una profonda fede e da una resilienza che l’ha resa un punto di riferimento per la sua famiglia e per la comunità afroamericana. La sua morte, avvenuta il 7 ottobre 2024 all’età di 91 anni, ha lasciato un vuoto profondo nel mondo della musica e tra i suoi cari.
Negli ultimi anni, Cissy Houston aveva dovuto affrontare il morbo di Alzheimer, una malattia che l’aveva progressivamente debilitata. Era stata ricoverata in una struttura specializzata, ma ha trascorso le ultime ore nella sua casa del New Jersey, circondata dall’affetto dei familiari. La notizia della sua scomparsa, avvenuta il 7 ottobre 2024, è stata diffusa dalla nuora Pat Houston, che ha sottolineato il dolore della famiglia per la perdita della loro matriarca e il valore inestimabile del suo contributo alla musica e alla cultura popolare.
Cissy si sposò due volte. Il suo primo marito fu Freddie Garland, con cui si unì in matrimonio nel 1955; da questa unione nacque il figlio Gary Garland, ex giocatore di basket NBA. Il matrimonio terminò con un divorzio nel 1964.
Nel 1964 Cissy sposò John Russell Houston Jr., dal quale prese il cognome d’arte e con cui ebbe due figli: Michael Houston e la celebre Whitney Houston, nata nel 1963. Il matrimonio con John Houston Jr. durò fino al 1991, quando la coppia divorziò. John Houston lavorò anche come manager della figlia Whitney per un periodo.
Cissy Houston ha quindi avuto tre figli:
Oltre al talento musicale, Cissy Houston è stata una figura centrale nella vita della figlia Whitney, sostenendola nei momenti di difficoltà e cercando di proteggerla dalle insidie del successo. Il legame tra madre e figlia era fortissimo, ma anche segnato da dolori profondi: la morte di Whitney nel 2012, a soli 48 anni, fu un colpo durissimo per Cissy, così come la successiva scomparsa della nipote Bobbi Kristina nel 2015, a soli 22 anni.
Cissy non ha mai nascosto le difficoltà affrontate dalla figlia, denunciando pubblicamente anche le violenze subite da Whitney durante il matrimonio con Bobby Brown. Nel suo memoir, ha raccontato episodi drammatici, come quello in cui Whitney fu ferita da una scheggia durante una lite domestica, sottolineando il suo ruolo di madre protettiva e presente anche nei momenti più bui.
Nata Emily Drinkard il 30 settembre 1933 a Newark, nel New Jersey, Cissy Houston era la più giovane di otto figli in una famiglia profondamente religiosa e musicale. Fin da bambina, si avvicinò al canto partecipando al gruppo gospel di famiglia, The Drinkards, insieme ai fratelli e alla sorella Anne. Negli anni ’60, la sua carriera prese una svolta decisiva con la formazione delle Sweet Inspirations, un gruppo vocale che avrebbe fatto la storia della musica soul e rhythm & blues.
Le Sweet Inspirations collaborarono con artisti leggendari come Otis Redding, Dusty Springfield, Dionne Warwick (nipote di Cissy), Van Morrison (partecipando al celebre brano “Brown Eyed Girl”), Jimi Hendrix (“Burning of the Midnight Lamp”) e Aretha Franklin (“Ain’t No Way”). Il gruppo fu anche corista per Elvis Presley durante la sua residency a Las Vegas nel 1969, consolidando la reputazione di Cissy come una delle voci più richieste del settore.
Negli anni ’70, Cissy Houston intraprese la carriera solista pubblicando l’album “Presenting Cissy Houston” e continuando a collaborare con grandi nomi come Chaka Khan, Paul Simon, David Bowie, Beyoncé e, naturalmente, la figlia Whitney Houston. La sua voce è presente in oltre 600 registrazioni, rendendola una delle coriste più prolifiche della storia della musica.
Cissy Houston è stata premiata con due Grammy Awards nella categoria Best Traditional Soul Gospel Album: il primo nel 1997 per “Face to Face” e il secondo nel 1999 per “He Leadeth Me”. Oltre alla carriera discografica, per oltre mezzo secolo è stata “Minister of Music” presso la New Hope Baptist Church di Newark, dove ha guidato il coro e contribuito alla formazione di nuove generazioni di artisti gospel.
Ha scritto anche tre libri, tra cui un’autobiografia e un volume dedicato alla memoria della figlia Whitney, “Ricordando Whitney”, in cui ha raccontato il complesso rapporto con la figlia, i momenti di gioia e le difficoltà legate alla fama e agli abusi di sostanze che hanno segnato la vita della popstar.