L’Inter ha costruito una squadra da primo posto, capace di dominare in Serie A e di competere ad alti livelli anche in Europa. Ma proprio quando il traguardo più prestigioso, la Champions League, si fa sempre più vicino (e soprattutto possibile), emerge con evidenza una falla nella rosa nerazzurra: la qualità delle seconde linee non è all’altezza degli standard richiesti. Se da una parte i titolari, soprattutto in attacco, hanno tenuto un livello altissimo, con Lautaro e Thuram autori di una stagione strepitosa, dall’altra le alternative offerte dalla panchina si sono rivelate ampiamente insufficienti, soprattutto perché i due lì davanti cominciano a essere stanchi.
Con Marko Arnautovic più volte fermo ai box e Joaquin Correa ormai fuori dal progetto tecnico, le speranze erano riposte tutte su Mehdi Taremi, attaccante iraniano prelevato a parametro zero dal Porto. In molti, durante il precampionato, avevano esaltato la scelta dell’Inter di anticipare la concorrenza sul mercato per assicurarsi un profilo di esperienza internazionale. Ma la realtà dei fatti, oggi, racconta un impatto ben lontano dalle aspettative.
Il contributo di Mehdi Taremi alla causa nerazzurra è stato, fin qui, largamente deludente. Arrivato a Milano con l’etichetta di vice-Lautaro o vice-Thuram, il 32enne iraniano non è riuscito a incidere né in Serie A né in Champions League. I numeri parlano chiaro: un solo gol stagionale in 21 presenze complessive, distribuite tra 6 apparizioni in Champions e 10 spezzoni di gara in campionato, e appena due assist. Una produzione offensiva troppo povera per un attaccante che avrebbe dovuto rappresentare una risorsa preziosa nelle rotazioni offensive.
E pensare che Taremi era stato eletto sin da subito come la terza scelta nel reparto avanzato da Simone Inzaghi, superando nelle gerarchie giocatori come Arnautovic e Correa. Il suo passato al Porto, dove è diventato il terzo miglior marcatore della storia del club, sembrava una garanzia: nella scorsa stagione in Portogallo, però, il primo segnale di flessione era già emerso con soli 11 gol in 35 presenze. Un campanello d’allarme che oggi suona con forza, considerando le difficoltà incontrate nell’ambientamento al calcio ultra-tattico della Serie A.
A peggiorare ulteriormente il quadro della stagione di Taremi è arrivato l’ennesimo infortunio. Durante la pausa nazionali, in cui ha comunque trovato la via del gol con l’Iran nelle qualificazioni mondiali, l’attaccante ha accusato un risentimento agli adduttori della coscia sinistra. Gli esami strumentali hanno confermato il problema muscolare, costringendolo a uno stop di circa due settimane.
La situazione fisica di Taremi è diventata una costante fonte di preoccupazione per lo staff nerazzurro. Il giocatore ha già saltato match importanti, tra cui l’andata del derby di Coppa Italia contro il Milan, l’intera doppia sfida di Champions League nei quarti contro il Bayern Monaco e partite chiave in campionato come quelle con Parma, Cagliari e Udinese. Inzaghi stesso ha ammesso, nel post partita, che l’iraniano convive da mesi con problemi fisici che ne compromettono la continuità e l’efficacia. Ora l’obiettivo è recuperarlo per la sfida contro il Bologna, ma l’incognita sulla sua reale condizione resta.
L’esperienza interista di Mehdi Taremi, per ora, si sta rivelando un azzardo che non ha pagato. L’Inter aveva bisogno di un attaccante pronto, affidabile, capace di incidere nei momenti chiave della stagione. Invece ha trovato un giocatore spaesato, poco produttivo sotto porta e ora anche acciaccato. Per una squadra che punta a vincere tutto, e che vuole reggere il confronto con le superpotenze europee come Manchester City, Real Madrid o Bayern, ogni tassello deve funzionare alla perfezione, soprattutto quando si alza il livello delle competizioni.