17 Apr, 2025 - 06:05

Colpo di scena nel Pd, Bettini scatena il caos: Schlein prepara la resa dei conti?

Colpo di scena nel Pd, Bettini scatena il caos: Schlein prepara la resa dei conti?

Non accennano a placarsi i mal di pancia all'interno del Partito Democratico. Lo scontro tra le due anime del partito, quella riformista e quella identitaria più vicina alla segretaria Elly Schlein, continua ad agitare le acque.

In molti a Largo del Nazareno sembrano convinti della necessità di un "confronto interno" per pacificare le correnti e ristabilire la linea della segreteria su temi fondamentali come: riarmo europeo, lavoro con il referendum per il Jobs Act e alleanze politiche. Ad agitare ulteriormente gli animi, hanno contribuito le dichiarazioni rilasciate ieri, nel corso di un'intervista a "Il Fatto Quotidiano", da Goffredo Bettini, esponente storico del partito e figura molto vicina alla segretaria dem.

Bettini, ha sottolineato la necessità di un “chiarimento interno”, che potrebbe arrivare molto prima di quanto si possa immaginare. La segretaria Elly Schlein, infatti, potrebbe decidere di dare il via alla resa dei conti già durante l'assemblea nazionale del partito, che dovrebbe svolgersi a maggio.

Le parole di Bettini hanno riacceso la miccia dello scontro interno, sopito dopo le scintille delle scorse settimane sul piano di riarmo europeo.

Cosa sta succedendo nel PD? Ecco tutti i possibili scenari di crisi al Nazareno e cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane.

Dentro il PD scoppia la tempesta: cosa ha detto Bettini

Riarmo, Jobs Act e alleanze. Goffredo Bettini mette in fila, uno dopo l'altro, tutti i nervi scoperti nel PD. Il guru della sinistra dem, voce dell'anima più identitaria del partito, richiama tutti alle proprie responsabilità: le questioni in sospeso devono essere affrontate e risolte. 

La spaccatura all'interno del partito è evidente. Da una parte ci sono i cosiddetti 'riformisti', l'ala più vicina alle posizioni del passato, che non approvano la linea della segreteria sulla questione del riarmo europeo; non sono d'accordo con il 'sì' al referendum contro il Jobs Act (che all'epoca votarono); e soprattutto non hanno mai gradito l'alleanza con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte.

L'eurodeputata Pina Picierno ha ribattuto alle parole di Bettini accusandolo di "un ripiegamento identitario lontano anni luce dalle origini del PD".

La sinistra dem, invece, ha fatto quadrato a difesa dello storico esponente:

virgolette
Davvero occorre un dibattito che con serenità affronti il tema di come si sta in questo tempo nuovo senza essere ostaggio degli schematismi del passato,

ha sottolineato Andrea Orlando.

Tensione nel PD: cosa succederà a maggio?

Secondo quanto riferito da fonti PD, è molto probabile che Elly Schlein decida di convocare l'assemblea nazionale nel mese di maggio, sfruttando l'occasione per avviare un confronto con i riformisti e ristabilire la linea del partito su temi identitari come la politica estera e il lavoro.

Temi che ciclicamente tornano ad agitare le correnti interne. Lo scontro tra Bettini e i riformisti, infatti, è solo l'ultimo di una lunga serie.

La segretaria sa che è arrivato il momento di serrare i ranghi e mettere in chiaro le direttrici lungo le quali il partito si muoverà nei prossimi mesi. Mesi in cui il partito sarà chiamato ad affrontare appuntamenti cruciali, come i referendum dell'8 e 9 giugno e le elezioni regionali d'autunno. 

Lo statuto del Partito Democratico prevede la convocazione dell'assemblea nazionale ogni sei mesi, ma l'appuntamento di maggio, a questo punto, assume un valore politico molto importante. Da una parte è necessario 'pacificare' le anime del partito per affrontare uniti gli appuntamenti futuri. Dall'altra sarà fondamentale per preparare la campagna referendaria sul Jobs Act e lanciare la campagna elettore per le regionali.

Perché maggio sarà il mese decisivo per Elly Schlein?

Maggio sarà un mese chiave per la leadership di Schlein, che dovrà prima mettere a tacere il dissenso interno e poi porre le basi per i prossimi appuntamenti elettorali: referendum e regionali.

Due appuntamenti su cui la segretaria si gioca una buona fetta della sua leadership. Se riuscisse a  mobilitare i cittadini per il referendum sul Jobs Act (pur senza raggiungere il quorum), non solo ribadirebbe la sua linea su un tema identitario come quello del lavoro, ma manderebbe un segnale forte agli alleati del campo largo, circa la sua capacità di portare gli elettori alle urne. 

Un eventuale successo ai referendum dell'8 e 9 giugno, inoltre, favorirebbe anche la campagna elettorale per le regionali d'autunno, su cui nel Pd si nutrono speranze per un risultato molto importante.

Mobilitare gli elettori al referendum e vincere le regionali, infine, rafforzerebbe molto  la leadership di Elly Schlein in vista dell'appuntamento più importante di tutti, quello con le elezioni politiche del 2027.

Resa dei conti Pd in 5 punti salienti:

  1. Scontro interno tra riformisti e identitari: Il Partito Democratico è attraversato da forti tensioni tra l’ala riformista e quella più radicale e identitaria, vicina a Elly Schlein. Il dibattito riguarda temi divisivi come il riarmo europeo, il Jobs Act e le alleanze con il M5S.
  2. Le dichiarazioni di Bettini riaccendono il conflitto: Goffredo Bettini, figura storica della sinistra dem e vicino alla segretaria, ha invocato un chiarimento interno, alimentando ulteriormente le divisioni.
  3. Assemblea di maggio, possibile resa dei conti: Elly Schlein potrebbe convocare l’assemblea nazionale del PD a maggio, anticipando un confronto decisivo per ridefinire la linea politica e gestire le frizioni tra le varie correnti.
  4. Obiettivi strategici: Maggio sarà cruciale per Schlein, che dovrà ricompattare il partito in vista del referendum sul Jobs Act dell’8-9 giugno e delle elezioni regionali d’autunno. Entrambe le sfide saranno test importanti per la sua leadership.
  5. Leadership di Schlein in bilico: Il successo o il fallimento delle prossime tappe elettorali potrebbe rafforzare o indebolire significativamente la posizione di Schlein in vista delle elezioni politiche del 2027. Mobilitare l’elettorato sarà fondamentale.
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Maria Rita Esposito
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