"L'ombra del giorno" è una storia vera? È questa la domanda da un milione di dollari del pubblico, dopo aver visto l'intensa pellicola di Giuseppe Piccioni. Ovviamente, la risposta è no per quanto riguarda i due protagonisti, ma delle solide radici nella storia esistono davvero.
Sin dai primi minuti, infatti, "L’ombra del giorno" cattura con atmosfere eleganti, sguardi sospesi e silenzi che gridano più di mille parole. Il film, ambientato nel 1938, tra fascismo e leggi razziali, racconta dell'amore impossibile e, a tratti, struggente, tra Luciano e Anna.
Ma mentre la pellicola ha già conquistato Netflix e il cuore del pubblico, la fatidica domanda rimbalza ovunque. Quanto c'è di reale dietro la relazione tra i due protagonisti?
"L’ombra del giorno", diretta da Giuseppe Piccioni, è un’opera elegante, a tratti malinconica, ambientata ad Ascoli Piceno nel 1938. Riccardo Scamarcio - anche produttore del film - interpreta Luciano Traini, un reduce della Prima Guerra Mondiale, claudicante nel fisico e nel cuore. Proprietario di un ristorante affacciato su Piazza del Popolo, Luciano è un simpatizzante del regime, ma si tiene lontano dai fanatismi più estremi del fascismo.
Tutto cambia quando nella sua vita entra Anna Costanzi (Benedetta Porcaroli), una giovane misteriosa che ottiene un impiego nel suo locale. Anna ha un segreto, e mentre l’Italia si avvia verso le leggi razziali e l’orrore della guerra, tra i due nasce un sentimento autentico e pericoloso. La loro è una storia d’amore controcorrente, in una società che reprime, controlla e giudica.
Nel cast anche Lino Musella, che interpreta il camerata Lucchini, e Antonio Salines - al suo ultimo ruolo prima della scomparsa - nei panni di un professore dissidente. Ecco il trailer del film, in onda questa sera 17 aprile 2025 su Rai3, a partire dalle 21:30.
Incredibilmente coinvolgente, la pellicola offre uno spaccato di quotidianità dell'Italia del 1938, in una città come tante, mentre l'aria freme di attesa per quello che accadrà negli anni avvenire.
Ma allora, "L’ombra del giorno" è tratto da una storia vera*? La risposta è: non esattamente. Il soggetto del film nasce da un’idea di Giuseppe Piccioni sviluppata oltre dieci anni fa, e la sceneggiatura - scritta con Gualtiero Rosella e Annick Emdin - è dichiaratamente di finzione. Tuttavia, il film poggia su un terreno storico estremamente realistico.
Sul piano storico, Piccioni inserisce riferimenti concreti come la visita di Hitler a Roma il 3 maggio 1938. L’evento è documentato dall’Istituto Luce, che mobilitò 120 operatori per riprendere ogni momento dell’incontro con Mussolini, Galeazzo Ciano e il re Vittorio Emanuele III. Un episodio simbolico che riflette la direzione presa dal regime e il contesto nel quale i protagonisti si muovono.
Anche il "banchetto nostalgico" organizzato dal personaggio di Lucchini è un richiamo a una data reale: il 23 marzo 1919, giorno della fondazione dei Fasci di Combattimento in Piazza San Sepolcro. La ricostruzione dei costumi, delle atmosfere e dei riferimenti politici è estremamente accurata, trasformando "L’ombra del giorno" in un’opera immersa nella realtà, pur restando narrativa.
Curiosamente, se la storia di Luciano e Anna è frutto di fantasia, quella tra Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli è vera eccome. È proprio sul set del film che è scoppiato l’amore tra i due attori, alimentando voci e titoli di gossip. L’alchimia tra i personaggi si riflette nelle scene e nei silenzi del film, e si è poi trasformata in una love story reale.
A contribuire al fascino della pellicola è anche la scelta delle location: tutto è stato girato ad Ascoli Piceno, città natale del regista. La piazza centrale - con la sua architettura razionalista - è diventata un simbolo della propaganda fascista nel film, così come lo è stata anche nella realtà.
Il finale, carico di emozione, è ambientato nella Riserva Naturale della Sentina, nella zona della Foce del Tronto, un luogo suggestivo e denso di significato per via del fatto che nel 1935 il governo fascista decise di staccare Porto d’Ascoli da Monteprandone e annetterla a San Benedetto.
Infine, il film, poi, è dedicato ad Antonio Salines, scomparso nel 2021 poco dopo le riprese. Il suo personaggio - un intellettuale che rifiuta il regime - rappresenta una figura simbolo di quella parte d’Italia che non ha mai accettato la dittatura e che si è sottratta alla firma del manifesto della razza.