Sigfrido Ranucci, giornalista di "Report", ha telefonato in diretta durante la trasmissione "Piazzapulita" per replicare ad alcune affermazioni di Italo Bocchino, editorialista de "Il secolo d'Italia" che era ospite in studio.
Il conduttore Corrado Formigli aveva appena fatto vedere un video in cui Ranucci denunciava le nuove regole di controllo della Rai sulle inchieste giornalistiche che, secondo il conduttore di Report, metterebbero a rischio le fonti dei cronisti.
Ranucci ha esordito: "Saluto il mio amico Italo Bocchino, che dice di essere mio amico, ma una volta mi dà del manipolatore, un'altra volta mi accusa di aver pagato le fonti e il testomone contro il padre della Meloni. Sono meglio i nemici che gli amici come lui...", ha ironizzato Ranucci.
Il conduttore di Report è poi entrato nel vivo del discorso: "Sono grato a Bocchino perché, ascoltandolo, ho capito qual è l'intento di quella circolare Rai, cioè controllarci i contenuti".
"Non si può parlare di normale gestione di repertorio -ha affermato Ranucci-. Chi sa di prodotto Rai, sa che ogni redazione è attrezzata per mantenere un minimo di archivio e utilizzare al massimo le immagini che vengono fatte, perché hanno un costo e Report ha grande rispetto dei soldi pubblici. Report -ha aggiunto Ranucci- è stata l'unica trasmissione Rai che è stata sottoposta a vari audit negli anni".
Ranucci si è poi rivolto a Bocchino riguardo alle sue accuse di manipolazioni da parte di Report. "Per questo tipo di accuse ci sono i tribunali -ha dichiarato il giornalista Rai-. Noi in passato siamo stati accusati anche di questo, ma i procedimenti sono sempre stati archiviati o ne siamo usciti assolti. Poi, le accuse di manipolazione di solito le fa chi è intervistato, ma sono anni che non c'è un esponente di governo che si fa intervistare da Report. Quindi parlare di manipolazione è sgradevole e non corretto nei confronti dei miei colleghi".
A quel punto Bocchino ha replicato: "Ribadisco l'amicizia e anche la stima professionale nei confronti di Sigfrido Ranucci. Io sono convinto che il giornalismo d'inchiesta sia una cosa meravigliosa. Sono convinto che le fonti vadano tutelate, però bisogna stare attenti a non travalicare dal giornalismo d'inchiesta a meccanismi ossessivi".
Bocchino ha poi chiarito il concetto: "Abbiamo un certo giornalismo d'inchiesta che a volte è un po' ossessionato nei confronti della Meloni e della destra. Se tu fai 100 ore di girato e poi dopo tagli dei pezzi, facendo un'inchiesta come quella che fu fatta contro la famiglia Meloni, andando a prendere un pentito, ipercondannato e screditato... Sono tutte cose che a volte appaiono molto costruite".
"Il giornalismo d'inchiesta si deve anche contenere, senza diventare ossessivo", ha sottolineato Bocchino.
Bocchino ha chiarito che secondo lui Report fa un lavoro eccezionale e Ranucci ha ironizzato: "Tranne quando parla della Meloni...".
Poi il giornalista di Report ha risposto alle parole di Bocchino: "Riguardo al pentito a cui ti riferivi prima, siete voi che lo giudicate inattendibile. È stato fondamentale per chiudere alcune inchieste e, oltretutto, non è stato smentito sul fatto del padre della Meloni. Anzi, ci sono state conferme".
Ranucci è poi tornato sul tema delle fonti: "È come se io chiedessi a Sallusti di dirmi chi gli aveva detto che c'era un complotto contro la sorella di Giorgia Meloni. Mettiamo che anche i giornalisti della carta stampata debbano mettere in un archivio tutte le informazioni delle loro inchieste, a disposizione dell'editore o di chi per lui"
"Non credo -ha aggiunto Ranucci riferendosi a Bocchino- che tu da giornalista e da direttore saresti contento di condividere i tuoi informatori".
A quel punto Bocchino ha risposto: "Col mio editore e col mio direttore non avrei problemi a condividere queste informazioni".
"Neanche io ho problemi col mio direttore Paolo Corsini -ha affermato Ranucci-. Il modo di operare di Report è risultato in 30 anni sempre corretto. Bisogna che ve ne facciate una ragione, amici e nemici".
Dopo aver salutato Ranucci, il conduttore di Piazzapulita, Corrado Formigli, ha detto a Bocchino: "Tu dici che non hai problemi a condividere le fonti col tuo editore, ma voglio ricordarti che per un regolamento europeo che entrerà in vigore ad agosto, la Rai non potrà più avere come editore il governo. Non è un editore privato, è un amministratore delegato nominato dal presidente del Consiglio, che mette a sua disposizione i telegiornali principali".