18 Apr, 2025 - 08:58

Acconti Irpef: in arrivo il decreto salva 730 per correggere gli errori, ecco quando

Acconti Irpef: in arrivo il decreto salva 730 per correggere gli errori, ecco quando

La settimana Santa potrebbe portare l'atteso decreto salva 730, che risolverà la questione degli acconti Irpef 2025.

Il 25 marzo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha confermato l'errore segnalato dalla Cgil e dai Caf riguardo alla prossima dichiarazione dei redditi.

L'errore, che riguarda il calcolo degli acconti Irpef, avrebbe obbligato i contribuenti a versare importi basati sulle vecchie quattro aliquote, anziché sulle nuove tre aliquote previste dalla riforma fiscale del 2023.

Il decreto in arrivo dovrebbe correggere questo errore e garantire che gli acconti siano calcolati correttamente, in linea con la riforma fiscale in vigore.

Qual è il problema degli acconti Irpef

Nel 2024, il governo ha introdotto una riforma dell'Irpef per semplificare il sistema fiscale e ridurre il carico per i redditi medio-bassi. 

Le principali modifiche riguardano la riduzione delle aliquote Irpef, che passano da quattro a tre:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.

Questa riforma è valida per i redditi a partire dal 2024 ed è stata confermata anche per gli anni successivi dalla Legge di Bilancio.

Tuttavia, un problema sorge con il calcolo degli acconti Irpef: il sistema tradizionale utilizza l’Irpef netta dell’anno precedente, versando in anticipo il 100% dell’imposta, suddiviso in due rate.

Il problema è che, con le nuove aliquote Irpef, gli acconti per il 2024 vengono calcolati sulla base delle vecchie aliquote, creando una discrepanza tra l'imposta effettivamente dovuta e quella pagata.

Questo potrebbe portare a un pagamento in eccesso, con la necessità di restituire la differenza nell'anno successivo.

Chi ha rischiato di pagare un acconto Irpef salato?

Il caos sugli acconti Irpef più salati ha riguardato in particolare lavoratori dipendenti e pensionati che nel 2023 avevano ricevuto un conguaglio a debito.

Questi contribuenti, che solitamente non sono tenuti a versare acconti Irpef perché le imposte sono trattenute direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione, si sarebbero trovati a dover pagare un acconto fiscale per l'anno successivo, a causa di un debito emerso in questi casi particolari.

Il problema principale è che gli acconti sono stati calcolati applicando le vecchie aliquote Irpef, risultando così più alti rispetto a quelli dovuti con le nuove aliquote 2024 previste dalla riforma fiscale. Ciò avrebbe portato molti contribuenti a pagare acconti superiori a quanto realmente dovuto, con la certezza che la differenza verrà poi restituita.

Cosa prevederebbe il decreto salva 730

Per risolvere la situazione, il governo è pronto a emanare un decreto correttivo in tempo utile per l’avvio della campagna dichiarativa 2025, con un impatto previsto di circa 250 milioni di euro sulle casse pubbliche.

Questo provvedimento, atteso entro la settimana Santa, modificherà i modelli 730 e Redditi 2024, chiarendo definitivamente le nuove regole fiscali.

In un comunicato del MEF del 25 marzo, è stato precisato che l’acconto per il 2025 dovrà essere versato solo se la differenza tra l’imposta del 2024 e quella del 2025 supera i 51,65 euro.

L'intervento interesserà principalmente i contribuenti con redditi extra, escludendo però lavoratori dipendenti e pensionati.

La situazione è critica: i Caf hanno già iniziato a programmare gli appuntamenti per l'assistenza fiscale, ma molti stanno posticipando la stampa delle liquidazioni, in attesa di una definizione ufficiale.

Anche l’Agenzia delle Entrate è al lavoro per aggiornare i software e le specifiche tecniche in vista del rilascio del Modello 730 precompilato, previsto per il 30 aprile 2025.

Per riassumere

Nel 2024 è stata introdotta una riforma Irpef che riduce gli scaglioni da quattro a tre, con nuove aliquote fiscali. Tuttavia, gli acconti Irpef per il 2024 sono stati calcolati erroneamente usando le vecchie aliquote, causando pagamenti eccessivi per alcuni contribuenti.

Il problema ha colpito in particolare lavoratori dipendenti e pensionati con conguagli a debito nel 2023. Il governo prevede un decreto correttivo, detto “salva 730”, per allineare gli acconti alla riforma.

Il provvedimento dovrebbe arrivare entro la Settimana Santa e aggiornare i modelli dichiarativi. Anche l’Agenzia delle Entrate sta adeguando i software per il 730 precompilato 2025.

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Sara Bellanza
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