22 Apr, 2025 - 15:26

"Wicked 3", si intensificano i rumors sul possibile sequel, ma potrebbe non arrivare mai

"Wicked 3", si intensificano i rumors sul possibile sequel, ma potrebbe non arrivare mai

Che Wicked fosse destinato a diventare un fenomeno lo si era capito già dai primi teaser, ma nessuno immaginava un tale impatto: incassi da capogiro, standing ovation al cinema e persino una valanga di premi Oscar. Il secondo capitolo, "Wicked: For Good", promette di alzare ulteriormente l’asticella, con una narrazione più cupa, una Elphaba più complessa e l’adattamento di momenti cruciali dal musical di Broadway.

Eppure, nonostante l’hype, parlare oggi di un "Wicked 3" significa entrare in un territorio incerto, pieno di possibilità... e altrettanti ostacoli. Perché sì, l’interesse c’è, ma la sua realizzazione è tutt’altro che scontata. Il motivo? Troppi universi, troppi finali, troppi rischi.

Il successo di Wicked e i dubbi su un possibile terzo film

Quando "Wicked" è arrivato nelle sale nel 2024, non ha solo incantato il pubblico: ha letteralmente stregato il box office. Il primo film, tratto dal celebre musical di Broadway, ha conquistato critica e fan grazie a una formula vincente: un mondo fantasy amato da generazioni, una storia riscritta in chiave femminile e due protagoniste carismatiche come Cynthia Erivo e Ariana Grande.

Con "Wicked: For Good" ormai alle porte, l’entusiasmo è alle stelle. Si prevede un film più maturo, più drammatico, che affonda le radici nell’identità profonda di Elphaba e nei conflitti morali che scuotono Oz. Ma tra teaser, retroscena e trailer, comincia a serpeggiare una domanda sempre più insistente: ci sarà un "Wicked 3"? O è solo un miraggio?

Chi conosce bene l’universo di "Wicked" sa che la storia non si esaurisce con il musical. Prima della versione teatrale, infatti, c’è stato il romanzo omonimo di Gregory Maguire, un’opera ben più dark e politica, che offriva un ritratto spiazzante della "cattiva" Strega dell’Ovest.

I romanzi di Maguire potrebbero ispirare un nuovo capitolo

E, tuttavia, non è finita lì: Maguire ha scritto ben tre sequel, con sviluppi narrativi del tutto inediti rispetto al palcoscenico.

Nel secondo libro, "Son of a Witch" ("Figlio di una strega"), il testimone passa a Liir, un giovane che forse è il figlio di Elphaba, forse no. Si tratta di una storia completamente nuova, in cui Elphaba è morta (o forse no, anche lì), e il mondo di Oz si ritrova a fare i conti con le sue eredità, tra rivoluzioni fallite, memorie spezzate e un’ombra che continua a incombere.

Questo potrebbe essere il punto di partenza per un "Wicked 3" dal taglio adulto e introspettivo, capace di spingere ancora oltre i confini del musical originale. Ma non sarà semplice.

Troppe versioni, troppa confusione?

Il problema è che esistono già troppe versioni della stessa storia. C’è il "Mago di Oz" originale di L. Frank Baum, con il suo mondo incantato e rassicurante. C’è poi il romanzo di Maguire, spigoloso e postmoderno. E poi il musical di Broadway, che ha "addolcito" i toni per renderli più mainstream. Infine, c’è l’adattamento cinematografico di Jon M. Chu, che cerca di tenere un piede in entrambe le scarpe.

A questo punto, un terzo film che tentasse di introdurre i personaggi e le trame dei sequel di Maguire rischierebbe di generare un ibrido narrativo. Un universo a parte che dovrebbe rimettere ancora una volta in gioco le regole di "Wicked", rischiando però di scontentare chi si è affezionato alla versione attuale.

Il dilemma dei personaggi: senza Elphaba e Glinda ha senso?

Una delle maggiori criticità di un potenziale "Wicked 3" riguarda proprio l’assenza (quasi totale) delle due protagoniste iconiche: Elphaba e Glinda. Nei libri successivi di Maguire, i riflettori si spostano infatti su nuovi personaggi, come Liir e Nor, figli dei protagonisti originali. Una mossa audace dal punto di vista narrativo, ma anche rischiosa per il franchise.

Cynthia Erivo e Ariana Grande non sono solo il cuore pulsante del film: sono anche i principali volti del marketing. La loro chimica, la potenza vocale, il carisma: tutti elementi che hanno spinto "Wicked" ai vertici del botteghino. Immaginare un terzo film senza di loro equivarrebbe a un salto nel vuoto. Sarebbe davvero "Wicked 3", o solo uno spin-off camuffato?

Cosa pensa Jon M. Chu? Tra ambizione e realtà

Il regista Jon M. Chu non ha mai escluso la possibilità di espandere l’universo di "Wicked", anche oltre la conclusione della trama teatrale. "Wicked: For Good" dovrebbe chiudere il cerchio aperto nel primo film, portando a compimento gli archi narrativi di Elphaba, Glinda e Fiyero. Ma se il pubblico dovesse chiedere di più - e tutto fa pensare che lo farà - allora Hollywood potrebbe decidere di aprire un nuovo capitolo.

Ma come? Il rischio è che, cercando di fondere le atmosfere del musical con i contenuti dei romanzi, si perda l’identità stessa della saga. Troppe contraddizioni, troppi elementi da far quadrare. Chu dovrebbe prendere una decisione drastica: o restare fedele alla Broadway che conosciamo, o riscrivere l’intero codice genetico di "Wicked" per creare qualcosa di radicalmente diverso.

"Wicked" è, in fondo, una favola riscritta. E ogni favola ha bisogno di una fine all’altezza. "Wicked: For Good" promette di essere quella fine. Ma il fascino di un terzo capitolo, magari ispirato a "Son of a Witch", è forte. Eppure, tra nuovi personaggi, assenze illustri e versioni concorrenti della stessa storia, è legittimo chiedersi: è davvero quello che il pubblico vuole?

Per ora, "Wicked 3" resta un mistero avvolto nel verde. I rumor si moltiplicano, i fan sognano, gli Studios riflettono. Una cosa è certa: il mondo di Oz è tutt’altro che noioso. Ma non tutti i sentieri dorati portano dove speriamo.

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Ilenia Scollo
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