22 Apr, 2025 - 15:16

"Black Mirror - 7": ritorna su Netflix la distopica serie di Charlie Brooker

"Black Mirror - 7": ritorna su Netflix la distopica serie di Charlie Brooker

 
"Black Mirror - 7", riflessioni e critica

Devo confessare che quando ho letto quale sarebbe stato il filo conduttore di tutte le puntate della settima stagione della serie antologica “Black Mirror” ho storto il naso e ho pensato immediatamente che non mi sarebbe piaciuta. Il comune denominatore è l’intelligenza artificiale e vedendo alcuni frame in anteprima dell’ultimo episodio ho creduto all'istante che questa l’avrei detestata. Ma venerdì scorso, a tarda sera, mi sono ritrovata costretta ad andare di corsa a comprare la lettiera per il mio gatto in un supermercato aperto 24h (confesso che ogni volta che ci vado penso spesso a quei market in Cina dove tutto è automatico e non ci sono commessi né cassieri e mi sento un po’ la protagonista di una trama futurista alla “Black Mirror”) e, non avendo altro modo di impiegare il tempo nel tragitto sull’autobus, ho iniziato a guardare il primo episodio intitolato “Gente Comune”. Detto fatto: circa cinquanta minuti dopo mi sono ritrovata da sola, in mezzo a una strada deserta, distrutta e in lacrime. Presa dall’entusiasmo ho subito fatto partire il secondo, “Bestia Nera”. Divorato anche quello. Mi aggiravo, concentrata sulla storia, tra i reparti del Carrefour e, pur di non interromperne la visione, con una mano tenevo lo smartphone e con l’altra insacchettavo e pesavo i pomodori al banco dell’ortofrutta. “Bestia Nera” mi ha rapita, mi ha fatta divertire, incazzare, mi ha infastidita, ha solleticato e urtato il mio senso insoddisfatto di giustizia e mi ha fatto venire una voglia irresistibile di cioccolato salato che, con molta probabilità, mi trascinerò dietro per settimane. A quel punto, avendo ancora il viaggio di ritorno da fare, ho iniziato a guardare anche il terzo, “Hotel Reverie”. Terminato in fretta, con la stessa voracità che si avrebbe davanti a un piatto caldo di spaghetti al sugo dopo due giorni di digiuno. Altre lacrime. Dunque che fai, ti fermi proprio adesso? Assolutamente no. Vai col quarto, “Come un Giocattolo”. Ok, meno bello degli altri, ma sotto certi aspetti geniale, un ritratto fedele dell’egoismo e della meschinità umana ai danni delle altre specie ritenute inferiori. Le 3:40, rientro a casa, ancora troppe cose da fare prima di potermi buttare a letto e quindi? E quindi via al quinto, “Eulogy”. Eccoci, un altro pianto. Una pugnalata dritta al petto da quella che per me è la vera perla della stagione. Ormai è quasi l’alba, ne manca solo uno, che non la finisci? Premo play e parte “USS Callister: Infinity”. Una delusione. La prima mezz’ora l’ho trovata stupida, evitabile, della quale avrei fatto volentieri a meno. Dalla seconda parte in poi devo ammettere che ha iniziato a catturare la mia attenzione, ma nel complesso per me non è un granché e non è altezza dei precedenti. Ho letto la recensione di un mio collega che lo definiva l’episodio più bello, il migliore, indimenticabile a differenza degli altri cinque. Non penso di essere mai stata tanto in disaccordo con qualcuno in tutta la mia vita. 

Sono passati appena due anni dall’uscita della sesta stagione, la quale era stata impreziosita con la presenza di guest star tipo Salma Hayek o Josh Hartnett, e se dobbiamo fare un paragone a livello di qualità e sviluppo narrativo non c’è partita. Per me forse quella è stata la migliore dell’intera serie. Ma, alla fine, se pur di rilevanza minore rispetto alle antecedenti, questa l’ho trovata una coccola dolce, che sa intrattenere e riscaldare al tempo stesso. E paradossalmente, forse proprio perché (almeno all’apparenza) è meno impegnativa, è davvero molto difficile non finirla tutta in una sola notte; come le ciliegie, una storia tira l’altra.

Certo è che se ripenso a quando nel 2011 Charlie Brooker presentò la sua “Black Mirror”, un po’ perché essendo di fantascienza non era il mio genere, un po’ per l’eccessivo clamore che la fece diventare subito virale, mi viene da sorridere ricordando il fatto che per anni mi rifiutai di vederne anche solo una puntata. Del resto, ahimè, tutto quello che va troppo di moda mi ripugna, come presa da un’istintiva nausea. Poi, in seguito, dopo la visione di “Caduta Libera” della terza stagione mi pervase un senso di angoscia talmente invalicabile che ne ebbi il rifiuto, evitandola come la peste. È stato solo due anni fa che ho iniziato ad appassionarmene e a entusiasmarmi dopo aver guardato “Joan è Terribile”. Così sono andata a ritroso e ho visto tutti gli episodi dovendo, in molti casi, ricredermi e iniziare ad amare anche io la creazione migliore di Brooker, nonostante di solito detesti la fantascienza. Per Black Mirror 7, tre virgola sette stelle su cinque. 

PS: in ciascuna delle sei puntate è presente lo stesso gadget ad accomunarle tutte. Siete riusciti a riconoscere quale? : )

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Marta Micales
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