Un fulmine a ciel sereno ha colpito il mondo dell’imprenditoria italiana e internazionale: si è spento all’età di 75 anni Aldo Hugo Sallustro, amministratore delegato e proprietario delle figurine Panini. La sua morte improvvisa lascia un vuoto profondo in una delle realtà editoriali più iconiche del nostro Paese, la cui influenza ha da tempo superato i confini nazionali.
Sallustro era più di un manager: era l’anima strategica dell’azienda, colui che aveva trasformato un simbolo nostalgico in una multinazionale solida e moderna, capace di parlare a bambini e adulti in tutto il mondo. La sua scomparsa rischia ora di aprire una fase di transizione delicata per Panini, che, senza la sua guida, si ritrova a fare i conti con un futuro incerto, proprio in un momento storico cruciale per il settore delle collezioni fisiche e digitali.
Aldo Hugo Sallustro era nato a Buenos Aires nel 1949 e si era trasferito in Italia all’inizio degli anni Novanta, attratto dalle potenzialità di un marchio che all’epoca era in cerca di una nuova visione. Nel 1992 rilevò le redini della Panini, avviando un percorso di espansione e rinnovamento che non si sarebbe mai fermato.
La notizia della sua morte è arrivata senza preavviso: un malore improvviso lo ha colto mentre era ancora attivamente coinvolto nella gestione quotidiana dell’azienda. Nonostante l’età, infatti, Sallustro era presente ogni giorno negli uffici, aggiornandosi costantemente sui mercati, sui dati di vendita e sulle tendenze globali.
Un uomo schivo, lontano dai riflettori, ma estremamente lucido e visionario, che ha saputo trasformare un semplice album di figurine in un simbolo transgenerazionale. Dopo la notizia della scomparsa, sono arrivati centinaia di messaggi di cordoglio da tutto il mondo: dal mondo dello sport, dell’editoria, fino ai collezionisti affezionati che hanno vissuto la magia Panini grazie al suo lavoro.
Dai bambini degli anni ’70 ai collezionisti di oggi, le figurine Panini hanno rappresentato molto più che semplici oggetti da raccogliere: sono state un rito di passaggio, una forma di socialità, un pezzo di infanzia. In particolare, l’album dei calciatori Panini è diventato negli anni un’istituzione culturale, un appuntamento annuale capace di suscitare la stessa emozione per più generazioni.
Milioni di italiani, e non solo, ricordano lo scambio delle doppie nei cortili delle scuole, il brivido della figurina introvabile, la soddisfazione di completare l’album. Grazie a Sallustro, quell’esperienza si è evoluta, abbracciando anche i manga, i fumetti Disney, i comics americani e le figurine sportive statunitensi. Ma ora, con la perdita della licenza NBA e NFL prevista per il 2026, e senza più la guida del suo leader carismatico, l’azienda si troverà a dover affrontare decisioni complesse sul proprio futuro.
Il rischio è che il passaggio di testimone, se non gestito con la stessa visione e sensibilità, possa mettere a repentaglio l’identità che Sallustro ha costruito in oltre tre decenni.
L’eredità lasciata da Aldo Hugo Sallustro non è solo economica, ma profondamente simbolica. Sotto la sua guida, Panini ha superato i 1,5 miliardi di euro di fatturato nel 2023, con una produzione di oltre 5 miliardi di figurine all’anno distribuite in tutto il mondo. Ma, al di là dei numeri, ha saputo preservare l’anima dell’azienda, rendendola moderna senza snaturarla.
È riuscito a trasformare un prodotto editoriale in un fenomeno culturale, che fonde sport, memoria, gioco e sogno. Ora, senza di lui, Panini dovrà dimostrare di saper proseguire quel percorso con coerenza e ambizione. Le sfide sono numerose, ma l’affetto del pubblico e la forza del brand restano solidi. Se il futuro sarà all’altezza del suo passato, molto dipenderà da chi sarà capace di raccogliere il testimone e continuare a scrivere quella storia fatta di carta, emozioni e colla che da più di cinquant’anni accompagna le nostre vite.