Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge correttivo sull’acconto Irpef dovuto per il 2025.
Il testo del decreto prevede che gli acconti per il 2025 saranno calcolati in base alle tre aliquote Irpef e non alle precedenti quattro. In questo modo, si va a correggere il pasticcio che si era venuto a creare e che era emerso nei giorni passati. Il decreto salva acconti o salva 730 comporta un risparmio generoso.
In questo articolo, vedremo cosa prevede, chi ci guadagna e cosa va a sanare.
Denominato salva acconti o salva 730, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 22 aprile 2025, ha varato un decreto-legge per rimediare al pasticcio che si era venuto a creare sull’acconto Irpef.
Il decreto arriva dopo settimana di attesa, iniziate dalla denuncia della CGIL. La controversa norma sugli acconti Irpef prevede che, nella dichiarazione dei redditi 2025, per calcolare l’acconto si utilizzassero ancora le aliquote in vigore nel 2023.
Per i contribuenti, sarebbe stato disastroso perché si sarebbero trovati con un debito maggiore o, al contrario, con un credito più basso.
Sia in un caso che nell’altro avrebbero avuto un esborso maggiore che gli sarebbero stati restituiti solo nel 2026.
Cosa prevede il decreto? La nuova norma prevede che i lavoratori dipendenti e i pensionati privi di redditi aggiuntivi non dovranno versare acconti Irpef per il 2025, evitando così un aumento delle imposte.
Il decreto, ha spiegato Leo, è stato necessario per sanare un errore di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, che riduceva le aliquote Irpef da quattro a tre solo per il 2024, e la legge di bilancio 2025, che ha reso permanente questa modifica.
La CGIL aveva evidenziato che, nonostante il taglio delle aliquote Irpef dal 2024, i lavoratori dipendenti obbligati a versare gli acconti rischiavano di vederseli calcolare come se le vecchie quattro aliquote fossero ancora in vigore.
Nel 2023, il governo Meloni ha introdotto una riforma dell'Irpef, riducendo le aliquote da quattro a tre:
Tuttavia, questa modifica era inizialmente prevista solo per il 2024, con l'intenzione di tornare al vecchio sistema di calcolo degli acconti Irpef a partire dal 2025.
Con la legge di bilancio 2025, però, la riduzione delle aliquote è diventata permanente. Nonostante ciò, il sistema per il calcolo degli acconti non è stato aggiornato, creando confusione fino a oggi.
Questo errore di coordinamento ha suscitato preoccupazioni tra i contribuenti, che rischiavano di pagare acconti Irpef calcolati secondo il vecchio sistema.
Per esempio, una dichiarazione dei redditi del 2025, che con l'applicazione delle nuove tre aliquote avrebbe dovuto garantire un rimborso di 165 euro, a causa di questa anomalia si è tradotta in un acconto da versare pari a 95 euro, con il rimborso che sarebbe stato restituito solo con la dichiarazione del 2026.
I contribuenti interessati, quindi, avrebbero avuto una perdita considerevole che sarebbe stata loro restituita solo l’anno successivo.
Un pasticcio, frutto di norme su norme e disattenzione, che avrebbe pesato solo sulle tasche dei contribuenti.
L’obiettivo del governo è tutelare i contribuenti e garantire una corretta applicazione della riforma fiscale.
Per questo motivo, il passo indietro è stato prontamente fatto per evitare errori nei prossimi versamenti e pesare di più sulle tasche dei contribuenti nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi.
A breve, l'Agenzia delle Entrate diffonderà le dichiarazioni precompilate per il modello 730. Con l'entrata in vigore immediata del decreto, non dovrebbero sorgere problemi e le precompilate calcoleranno l’acconto Irpef secondo le nuove tre aliquote, permettendo così un risparmio a molti contribuenti.