Il Coachella 2025 è stato, senza sorprese, un colosso musicale. Due weekend speculari - 11-13 aprile e 18-20 aprile - con una line-up che non ha mai abbassato la guardia.
Lady Gaga, Green Day, Travis Scott, Post Malone e una costellazione di ospiti a sorpresa hanno trasformato il deserto californiano in una capsula del tempo pop. Ma se i successi non sono mancati, neppure i momenti imbarazzanti si sono fatti desiderare. Ecco cosa ci ha fatto ballare… e cosa ci ha fatto alzare un sopracciglio.
Charli XCX non era headliner, ma sembrava esserlo. È salita sul palco con l’energia di chi sa che non deve chiedere il permesso per spaccare tutto. Nel primo weekend ha radunato una tripletta di ospiti perfetta per far impazzire Internet: Troye Sivan, Lorde e Billie Eilish, ognuno su un remix pensato con precisione chirurgica. L’effetto? Un set che era contemporaneamente rave, confessionale e celebrazione queer.
Nel secondo weekend ha messo il punto. Con Addison Rae sul palco e un addio ufficiale alla Brat Summer, Charli ha passato idealmente il testimone a nuove "estati" musicali - l’estate di Lorde, l’estate delle PinkPantheress. Un passaggio di consegne simbolico e ultracontemporaneo, condito da citazioni cinefile (ciao Ari Aster e Paul Thomas Anderson) che hanno fatto impazzire i nerd della cultura pop.
Lady Gaga non si limita a cantare. Gaga costruisce mondi. E quello che ha portato a Coachella era un gotico iperteatrale perfettamente coreografato, che sembrava più un film di Alex Garland che un live pop.
"Mayhem", il suo ultimo album, è diventato una performance totale: dalle luci ai costumi, fino a un cameo di Gesaffelstein nel primo weekend che ha fatto tremare Reddit.
Il secondo weekend? Gaga ha rifatto tutto da zero. Stesse canzoni, ma coreografie e visual rinnovati. Come dire: ogni replica è una prima.
E poi, quando pensavi che il Coachella fosse tutto drop e visual, ecco che spunta un violino. Zedd si è esibito insieme all’Orchestra Filarmonica di Los Angeles in due momenti diversi, mescolando EDM e musica classica con una grazia inaspettata.
"Clarity" eseguita al pianoforte nel primo weekend. Un remix orchestrale di "Severance" nel secondo. Puro miele per chi ama vedere i generi mescolarsi come colori su una tela.
I Green Day hanno messo da parte la nostalgia e hanno tirato fuori la grinta politica. Il frontman Billie Joe Armstrong ha trasformato "American Idiot" in una dichiarazione anti-MAGA, e l’ha fatto senza filtri.
Clairo, dal canto suo, ha aperto il suo set con un messaggio di Bernie Sanders sui diritti delle donne e il sistema sanitario americano. Non era solo musica: era un manifesto.
Era il quarto headliner, un investimento gigantesco. Ma invece di conquistare il deserto, Travis Scott è riuscito a smarrircisi.
Set caotici, produzione zoppicante e un momento da cringe hall of fame: il licenziamento del suo DJ sul palco, in diretta. Un richiamo al microfono con voce autotuned: "You’re fired, Scott". Imbarazzo puro. Nessuna delle canzoni inedite è riuscita a salvare la situazione.
Cosa succede quando una leggenda del rock sale su un palco… e nessuno lo riconosce? Succede che Benson Boone, nuovo idolo TikTok, porta Brian May sul palco per suonare "Bohemian Rhapsody" e la folla, composta in gran parte da Gen Z con poca memoria storica, reagisce con il gelo.
Nessun boato, solo scroll su Instagram, tante facce confuse e - purtroppo - una pioggia di meme susi social, fra i quali anche quelli del povero Benson, scioccato dalla reazione del suo pubblico. Peccato, perché l'esibizione del giovane cantante e della leggenda del rock è stata fenomenale. Questo il video:
Boone ha provato a rimediare il giorno dopo con ironia, mimando la scena in un video casalingo. Ma il messaggio era già chiaro: il mito non basta più, serve anche il contesto. Insomma, un Epic Fail, stavolta del pubblico che del vip.
Alcuni fan del K-pop hanno preso troppo sul serio la parola "fanatici". Nella Tenda Sahara, gruppi di sostenitori di Lisa, XG ed ENHYPEN si sono piazzati davanti al palco fin dal mattino, ignorando chiunque altro si esibisse. Seduti, sguardo fisso sul telefono, in modalità campeggio.
Il risultato? Set svuotati, artisti ignorati e social infuocati. L’amore per il proprio artista non dovrebbe mai andare contro l’esperienza altrui.
Tra show mastodontici, cadute di stile, gesti politici e set visionari, il Coachella 2025 ha fatto esattamente ciò che doveva: dividere, sorprendere, generare conversazioni. E, a volte, anche mettere in crisi la memoria collettiva.
Se il palco del deserto è lo specchio della cultura pop, quest’anno ha riflesso un’immagine fratturata ma affascinante. Ora, l'appuntamento è già fissato per il 2026, con nuovissime date e le prenotazioni in procinto di aprirsi!